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33 telecamere non son bastate

Rrahmani, attore e difensore impeccabile: che sceneggiata nell’area del Napoli

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Amir Rrahmani è stato tra i migliori del Napoli nella semifinale di Supercoppa Italiana vinta meritatamente col Milan. Una prestazione solida, autorevole. Ma al 76° minuto, nell’area partenopea, va in scena una caduta plateale poco rimarcata...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Una vittoria meritata da parte del Napoli a Riyadh

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Il Napoli supera il Milan con pieno merito nella semifinale di Supercoppa Italiana. Più squadra, più ordinata, più cinica. Una vittoria pulita, che non ha bisogno di episodi a sostegno per essere difesa.

Tra i migliori in campo c’è Amir Rrahmani, leader della retroguardia partenopea: sempre lucido, puntuale negli interventi, autorevole nelle chiusure. Una prestazione da difensore di alto livello europeo.

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76° minuto: cronaca di una caduta molto convinta con Rrahmani protagonista

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Poi arriva il 76° minuto.Rrahmani va a terra nella sua area, invocando a gran voce il check VAR per una presunta gomitata di Pavlovic. Le proteste sono vibranti, la gestualità eloquente, l’indignazione autentica. Dal replay, però, quella gomitata invero non si è vista.

Eppure Rrahmani è talmente arrabbiato, talmente convinto, che per un attimo viene quasi da credergli. Il check dura a lungo, il gioco resta fermo per circa tre minuti, poi verdetto finale: nulla di fatto, si prosegue.

E qui nasce la vera curiosità della serata.

La sceneggiata che quasi nessuno ha voluto sottolineare

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Perché la sceneggiata di Rrahmani non è stata quasi sottolineata da nessuno. Né in diretta, né nel post-partita. Tutto archiviato con una naturalezza sorprendente, come se quei tre minuti di sospensione non fossero mai esistiti.

Eppure con 33 telecamere impegnate nella produzione dell’evento, è impossibile non riscontrare quanto avvenuto. Le immagini mostrano un contatto minimo, una reazione massima e una gestione dell’episodio decisamente indulgente.

Il calcio moderno è anche questo: l’arte di occupare il tempo, di spezzare il ritmo, di difendere con il corpo e - quando serve - con la rappresentazione.

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RIYADH, SAUDI ARABIA - DECEMBER 18: Christopher Nkunku of AC Milan battles for an aerial ball against Amir Rrahmani of SSC Napoli during the Supercoppa Italiana Semi-Final match between SSC Napoli and AC Milan at King Saud University Stadium on December 18, 2025 in Riyadh, Saudi Arabia. (Photo by Yasser Bakhsh/Getty Images)

Esperienza, furbizia e silenzi selettivi

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Rrahmani usa il mestiere. Nulla di illegale, nulla di clamoroso. Ma il silenzio che accompagna l’episodio è più rumoroso della caduta stessa. Se la maglia fosse stata di un altro colore, probabilmente il dibattito sarebbe durato ben più di tre minuti.

Il punto non è condannare il gesto, ma registrarlo, raccontarlo, inserirlo nel contesto. Perché l’analisi credibile passa anche da ciò che non cambia il risultato, ma dice molto sul racconto che si fa del calcio.

Un grande difensore come Rrahmani può fare a meno del teatro

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Amir Rrahmani resta un grande giocatore, uno dei migliori difensori della Serie A. Proprio per questo, la sensazione è che non abbia bisogno di recitare per difendere la sua area.

Il Napoli ha vinto perché ha giocato meglio. Tutto il resto è contorno. Ma ignorarlo del tutto significa scegliere cosa vedere e cosa no.

E il calcio, quando diventa selettivo anche nello sguardo, smette di essere solo uno sport. Diventa una rappresentazione. Talvolta ben recitata. Talvolta fin troppo.