Gattuso Ct dell’Italia: eleganza, spessore umano e risposta signorile a La Russa
ROME, ITALY - JUNE 19: The Italy new head coach Gennaro Gattuso attends the press conference at Hotel Parco dei Principi on June 19, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
Nella prima conferenza da Commissario Tecnico della Nazionale, Rino ha scelto toni pacati e profondi per rispondere al Presidente del Senato La Russa. Nessuna polemica, solo umanità e visione. Un debutto che rivela l’uomo oltre l’allenatore.
Nel giorno in cui è stato ufficialmente presentato a Roma alla stampa come Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, RinoGattuso ha regalato al Paese un messaggio che va oltre il calcio. Un messaggio che parla di rispetto, di dignità e, soprattutto, di umanità.
L’eleganza e la profondità umana di Rino Gattuso, un Ct che parte dal rispetto
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Chiamato a rispondere alle parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa, dichiaratamente interista e critico sulla sua nomina, Gattuso ha scelto la via della sobrietà. Nessuna replica tagliente, nessun tono polemico. Solo verità personale, dolore trasformato in forza, e una rara forma di signorilità:
"Io non voglio fare nessuna polemica. Nel 2005 ho vissuto un incubo e ho passato dei mesi in cui sono stato molto male, volevo lasciare il Milan, le prestazioni erano al di sotto delle precedenti. Spero di fargli cambiare idea e spero di raggiungere l’obiettivo che abbiamo tutti in testa".
Parole che colpiscono non solo per ciò che dicono, ma per il modo in cui vengono dette. In un tempo storico in cui la Nazionale ha bisogno di ritrovare unità e credibilità, Gattuso offre un primo segnale chiaro: sarà un Ct che parte dalla persona, prima che dal professionista.
La scelta di evocare un momento oscuro del proprio passato - quando, nel 2005, il Milanista Per Sempre Rino attraversò una crisi sportiva e personale - non è casuale. È un gesto di apertura, un atto di trasparenza. Gattuso non cancella la sofferenza, la mette a disposizione del presente, come esperienza da cui ripartire.
Un uomo che ha imparato a trasformare la fatica in valore
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Chi conosce Gattuso solo per l’irruenza in campo, per la grinta da mediano e per il carisma sanguigno, rischia di sottovalutare la profondità del suo percorso umano. Da anni, il campione del mondo 2006 ha imparato a gestire i silenzi più duri, a convivere con la pressione e a elaborare pubblicamente momenti di difficoltà personale e familiare.
Non è solo un ex calciatore. È un uomo che ha sempre messo la faccia, anche quando sarebbe stato più comodo non farlo. Da allenatore, ha attraversato piazze difficili, dimostrando spesso una sensibilità non scontata. E oggi, da Ct, porta in dote proprio questo: una leadership umana, prima ancora che tecnica.
Il calcio come strumento di ricomposizione
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La sua risposta a La Russa non è un passo indietro. È un passo avanti. È la consapevolezza che il calcio, specie a questi livelli, deve anche unire, ricomporre, costruire ponti dove altri alzerebbero barriere. In questo senso, Gattuso non si limita a difendere il proprio ruolo: lo interpreta con uno spirito di servizio che fa bene non solo alla FIGC, ma anche all’immagine pubblica della Nazionale.
Con una frase semplice - "Spero di fargli cambiare idea" - trasforma un potenziale caso istituzionale in un’occasione di dialogo. Una piccola lezione di stile in un tempo che spesso privilegia l’urlo al ragionamento.
Gattuso, un Ct che parla il linguaggio delle emozioni autentiche
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La Nazionale riparte con un Ct che non teme di mostrarsi vulnerabile, che non rincorre consensi facili ma si affida alla verità del proprio vissuto. In un ambiente come quello calcistico, spesso dominato da slogan e retorica, le sue parole restituiscono peso all’autenticità. Ed è proprio da lì che si costruisce una squadra: dall’autenticità dei legami, dalla sincerità del lavoro quotidiano, dalla fiducia che nasce dal rispetto reciproco.
Gattuso ha cominciato il suo percorso con una frase che è insieme un messaggio e una promessa: "Spero di raggiungere l’obiettivo che abbiamo tutti in testa". Quel "tutti" è forse la chiave più importante. Perché Gattuso non parla solo a chi lo ha scelto, ma anche a chi ha espresso dubbi, a chi tifa altri colori, a chi ha bisogno di credere ancora nel valore della maglia azzurra.
E proprio questo sguardo largo, generoso, composto, potrebbe essere il primo vero gol della nuova Italia.