Due anni fa la scomparsa del Pres...

Personale ricordo di Silvio Berlusconi a due anni dalla sua scomparsa

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Il tempo scorre veloce e sono già passati due anni dalla scomparsa del Presidente. Un ricordo personale di Silvio Berlusconi
mbambara
mbambara Vice direttore 

Due anni fa, in una calda e triste mattina, se ne andava lui, Silvio Berlusconi, colui che per tanti di noi è e rimarrà per sempre il nostro Presidente. La ricorrenza è triste, ma esimersi dal ricordare Silvio Berlusconi non sarebbe corretto perché la nostra vita milanista è strettamente legata alla sua figura. Personalmente sono convinto che tantissimo del mio modo di essere rossonero e di approcciare al Milan, nasca da quello che mi ha trasmesso il Presidente Berlusconi. Con le parole, con gli esempi, con le sue visioni, mai fini a sé stesse, sempre proiettate verso il progresso ed il futuro.

Quanto manca Silvio Berlusconi! Ha perfettamente ragione il grandissimo Toni Capuozzo che ha titolato lo speciale che andrà in onda stasera su Mediaset “Caro Presidente, il tempo vola”. Sembra ieri quando la ferale notizia colpiva al cuore tutti i milanisti che hanno amato, rispettato, voluto bene a Silvio Berlusconi. Ricordo ancora il sentimento di smarrimento unito al dispiacere dei minuti successivi alla notizia. Perché con lui non era andato via soltanto il nostro Presidente, ma anche una parte della nostra vita, la più bella, i cui ricordi conserviamo sacralmente nei cassetti della memoria.

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39 anni Berlusconi (IG Galliani)

Il rispetto per gli avversari insegnato da Silvio Berlusconi

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Quante cose ci ha insegnato Silvio Berlusconi. E non parlo di vittorie o di coppe alzate al cielo. Parlo di essenza del milanismo. Ci si può battere come leoni nella vita, ma non è necessario odiare. Questo suo insegnamento mi è rimasto impresso nella mente. Ricordo ancora una sua frase alla squadra dopo una grande nostra vittoria: "rispettate gli avversari che in questo momento stanno soffrendo". Perché si vince per sé stessi, per i propri colori, per la gioia della propria gente. Non si vince mai contro qualcuno, per esibire le proprie vittorie a chi, magari, è stato soltanto meno fortunato. Chiunque volesse provarci, non troverà mai negli annali della cronaca una singola parola di Silvio Berlusconi contro la Juventus, l'Inter, la Roma, il Napoli, la Lazio o qualsiasi altra nostra avversaria.

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Per il Presidente vincere non era un'ossessione. Era un obiettivo. E per arrivarci aveva tracciato la strada di giocare bene, di avere sempre un atteggiamento offensivo, di non speculare. Ho visto Berlusconi essere critico con la squadra dopo una vittoria non meritata perché bisogna sempre puntare a migliorare; ma l’ho visto anche proteggere la squadra dopo la sconfitta di Istanbul quando tutto il mondo ci derideva, senza comprendere che il calcio è un mistero che sfugge alle regole della logica.

La storia del Milan

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Non sono obiettivo quando parlo di Berlusconi. Ne sono consapevole ed anche fiero. Ricordo ancora con il sorriso quando disse che si occupava di tante cose profane, ma che il Milan era sacro. O quando nel giorno del Centenario del club, il 16 dicembre 1999, riuscì a spiegare, con metafore celestiali, cosa fosse il calcio ed il Milan per tutti noi. Qualcosa di ancestrale, che rievocava il fanciullino che albergava in noi, qualcosa che andava oltre la vittoria, dalla quale Berlusconi non era ossessionato. Nella notte più lieta, nel dicembre del 1989, col Milan sul tetto del mondo, lui non dimenticò di ricordare il “suo” Milan, quello "dei Puricelli e dei Carapellese, che non era riuscito a vincere nulla di importante". Ma che era comunque Milan, passione, storia, tradizione, cuore pulsante, vita rossonera.

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Silvio Berlusconi ci ha insegnato tutte queste cose, perché il Milan non è soltanto vittorie e gioie; è principalmente cuore e vita. E capire davvero che cos’è il Milan, è più importante di una Champions League alzata al cielo.