GRAZIE TIJJI

Reijnders, addio al Milan: il sogno spezzato di un centrocampista gentiluomo

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Tijjani Reijnders lascia il Milan per il Manchester City. Un addio che sa di poesia e rimpianto. In persiano il suo nome significa “incoronazione”. E a San Siro, era pronto a diventare re...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

A volte l’amore non ha il tempo di sbocciare davvero. A volte ci si guarda negli occhi, si capisce che ci sarebbe potuto essere tutto - ma il destino ha fretta. E così, Tijjani Reijnders lascia il Milan. In silenzio, con la discrezione di chi sa parlare col pallone più che con le parole.

Reijnders lascia il Milan e quel richiamo a Seedorf

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Lo accoglie Manchester, sponda City. Noi, invece, restiamo qui, un po’ più vuoti, un po’ più tristi.

Perché Reijnders, in fondo, ci aveva fatto sognare. Non con gesti plateali, ma con la grazia di un calcio educato, raffinato, moderno. Era il nostro pianista in mezzo alla battaglia, il centrocampista che non urlava mai ma che sapeva sempre dove stare. E quando toccava il pallone, sembrava che il tempo rallentasse.

In lui c’era il profumo di Clarence Seedorf. Non per paragoni forzati, ma per quella sensazione sottile, bellissima, che ci saremmo potuti fidare. Aveva l’intelligenza per diventare il nostro faro, la nostra sicurezza. Ma, come spesso accade a chi ha classe da vendere, è arrivato prima il treno che non si può perdere. Tijji se ne va con la stessa leggerezza con cui è arrivato. Senza clamori, senza parole fuori posto. Solo un sorriso e la promessa non detta di continuare a brillare.

commento Reijnders video Milan

Semplicemente "Grazie Reijnders"

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Ci lascia un vuoto. Il vuoto di ciò che avrebbe potuto essere. Il buco di un numero 14 che stava imparando a parlare rossonero con accento olandese. Il vuoto di chi, in una sera di maggio o in una corsa Champions, avremmo voluto vedere alzare le braccia al cielo con la maglia del Diavolo addosso. Del resto, Tijjani in persiano significa “incoronazione”. Un nome che sembrava scritto dal destino per trovare il trono proprio a San Siro, tra le colonne del nostro Tempio. E invece, il re è partito prima della cerimonia.

E ormai, per descrivere Reijnders, serve Pindaro. Perché non basta più il lessico del calcio: serve la poesia che canta gli eroi silenziosi, quelli che accarezzano il campo e lo rendono eterno. Ma oggi non è il giorno della rabbia. Oggi è il giorno della gratitudine. Grazie, Tijjani. Per la tua eleganza, per la tua serietà, per ogni passaggio pensato e mai banale.

Avremmo voluto tenerti ancora, come si tengono stretti i sogni belli. Ma il calcio, come l’amore, non sempre ci lascia scegliere. In bocca al lupo, Maestro. Resterai sempre una nota dolce nella nostra sinfonia.

E se un giorno tornerai… San Siro sarà lì, ad aspettarti. Con la corona che avevamo già preparato. Quella emoticon e quei due cuori rossoneri che hai messo sotto al video di saluto ufficiale del Milan valgono più di mille parole.