Lettera aperta a due anni dalla sua salita in cielo

Caro Presidente Berlusconi, il Milan ha bisogno del tuo sole: lettera a Silvio

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Ricordiamo l’uomo che ha trasformato il Milan in leggenda, con la sua visione, la sua umanità e quella frase che oggi risuona più forte che mai: “Devi sempre portare il sole in tasca per offrirlo a tutte le persone che ti stanno intorno”.
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Caro Presidente Berlusconi, oggi il Milan ha bisogno del tuo sole

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Due anni senza Silvio Berlusconi. Sono già due anni da quando ci hai lasciati, in quel giugno che oggi pesa come un anniversario non solo nel calendario, ma nel cuore. Eppure sembra ieri, e allo stesso tempo sembra un’altra era. Perché senza di te, Presidente, il tempo ha preso un ritmo diverso. Manca il colore, manca il calore. Mancano le idee. Manca quel sole che tu, con una frase semplice e poetica, avevi promesso di tenere in tasca per noi tutti. "Devi sempre portare il sole in tasca per offrirlo a tutte le persone che ti stanno intorno". Ci pensiamo spesso, a quella frase. Era il tuo modo di vivere, di intendere il calcio, il Milan, la vita stessa. E oggi, più che mai, ci accorgiamo di quanto ci manchi qualcuno che sappia accendere le giornate cupe, come facevi tu con uno sguardo, una battuta, un sogno.

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Berlusconi: circuiti mentali diversi, una mente non replicabile

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Tu non pensavi come gli altri. Non ragionavi secondo logiche lineari o calcoli scolastici. Avevi circuiti mentali diversi: più veloci, più visionari, più liberi. Vedevi prima degli altri. Dove il mondo vedeva limiti, tu vedevi possibilità. Dove vedevano solo palloni, tu vedevi spettacolo. Non eri solo un imprenditore, né solo un politico, né soltanto il Presidente del Milan. Eri un generatore di idee. Di futuro. Di emozione. Quando entravi in uno spogliatoio, non entrava un dirigente: entrava un sognatore che metteva tutti davanti a un orizzonte possibile. E questo, oggi, ci manca da morire.

Il Milan di oggi: forte, ma smarrito

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Oggi il Milan è un progetto solido, con un'organizzazione moderna e una gestione attenta. Ma chi ama davvero questi colori sa che non è tutto lì. Non basta un bilancio in ordine o un algoritmo di scouting per costruire una leggenda. Tu lo sapevi. Per questo nel tuo Milan c’erano Gullit e Van Basten, ma anche Boban, Savicevic, Shevchenko, Kaká, Ronaldinho. Giocatori che non erano solo forti, ma unici. Portatori di bellezza, di estro, di sogni. Proprio come te. Il Milan di oggi gioca bene a tratti, ha talento, ma sembra senza luce. Senza scintilla. Senza quel sole che tu portavi in tasca, sempre.

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La tua eredità pesa Silvio. Ma ispira

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La verità è che nessuno potrà mai essere Berlusconi. Nemmeno chi ci prova. Non si replica una mentalità come la tua. E non si inventa da zero un’epopea come quella che hai costruito: 29 trofei in 31 anni, 5 Champions League, milioni di cuori accesi in ogni angolo del mondo. Eppure, anche se il tuo posto resta vuoto, la tua eredità resta piena. Di senso. Di ispirazione. Di ambizione. Sei stato molto più che il Presidente più vincente della storia del Milan. Sei stato un educatore al sogno, al coraggio, all’entusiasmo. Ci hai insegnato che si può cambiare tutto - e che si può farlo con un sorriso.

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Un calcio umano, un calcio di emozioni

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In un'epoca in cui il calcio diventa sempre più freddo, automatizzato, guidato da numeri e piattaforme, tu resti un ricordo vivo di un’epoca più umana. Dove contava ancora l’intuito, la parola detta nello spogliatoio, il gesto d’affetto prima della finale, la carezza data a un giovane, il sogno raccontato a un tifoso. Dicevi: "Il Milan è una storia d’amore". E come tutte le grandi storie d’amore, la tua continua anche dopo. Nonostante tutto. Nonostante l’assenza.

Fino all’ultimo, con il Milan nel cuore

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Lo sappiamo, Presidente. Hai pensato al Milan fino all’ultimo giorno della tua vita. Anche nei momenti più delicati, hai seguito le partite, commentato le scelte, vissuto i gol e le delusioni come ogni tifoso vero. Perché tu lo eri, prima di tutto: un tifoso. Innamorato. Totale. Instancabile. Oggi ci sentiamo un po’ orfani. Non solo di un presidente. Ma di un faro. Di un modo di vedere il calcio che era visione, poesia e futuro.

Grazie, Presidente. Il sole che ci hai lasciato ci scalda ancora

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Hai portato il Milan nell’Olimpo del calcio mondiale. Hai trasformato una squadra in un simbolo. Un club in una leggenda. Ma soprattutto, hai fatto sentire milioni di persone parte di qualcosa di più grande. Non ti dimenticheremo. E proveremo, a modo nostro, a portare quel sole in tasca. Anche quando il cielo sarà grigio. Anche quando mancherà una guida. Perché se c’è una cosa che ci hai insegnato, è che i sogni - quelli veri - non finiscono mai. Con affetto e gratitudine eterna.