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Il Milan, con la cessione di Theo Hernandez, non ha cercato un clone del francese, ma un giocatore funzionale come Pervis Estupinan, capace di portare caratteristiche diverse, ma complementari con il resto della rosa. L’arrivo del laterale ecuadoriano è stato visto come una scommessa da tifosi e addetti ai lavori, ma se Estupinan è stato titolare prima al Villarreal e poi al Brighton, un motivo dovrà pur esserci. Applicazione, tecnica superiore alla media e mentalità lo rendono un calciatore molto meno limitato di quanto qualcuno vorrebbe far credere.
Partiamo da un presupposto: Estupinan non sarà mai Theo, soprattutto per differenze tecniche e non tanto anagrafiche o fisiche. Ma ciò non toglie che possa essere un elemento prezioso. Lo staff tecnico lo apprezza per duttilità, concentrazione (rosso a parte nell'ultima uscita a San Siro) e volontà di migliorarsi. Lo stesso Roberto De Zerbi, suo ex allenatore al Brighton, ha spesso sottolineato come i suoi movimenti fossero un esempio tattico per la squadra.
Per questo Massimiliano Allegri si aspetta molto da lui: applicazione, disciplina e crescita costante. Qualità che non si comprano, ma che nascono dalla voglia di emergere, mai smarrita da Estupinan.
La sua avventura europea inizia giovanissimo, nel 2016, con l’arrivo all’Udinese. Vi rimase appena tre giorni, prima del prestito al Granada, altra squadra della famiglia Pozzo. L’anno seguente il cartellino passò al Watford, sempre legato ai Pozzo, e da lì iniziò un lungo percorso in prestito in Spagna. Dopo tre stagioni, il Villarreal decise di puntare su di lui, intuendone il potenziale. Con il “Submarino Amarillo” mise in mostra crescita e continuità, tanto da attirare l’interesse del Brighton, che lo acquistò per tre stagioni positive, condite da assist e reti.
Nell’estate 2025 il passaggio al Milan ha rappresentato una sorta di “resa dei conti” con l’Italia: il Paese che per primo lo aveva accolto e che ora gli offre l’occasione della consacrazione definitiva.
L’Italia è nel suo destino. La sua carriera parla di impegno e determinazione, qualità che Estupinan porta anche al Milan. Perché, come amava ripetere nelle finali NBA 2009 Kobe Bryant: “Job’s Not Finished”.
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