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Nelle scorse settimane ho affrontato il tema Tomori, un difensore che da tre sta decisamente rendendo al di sotto di uno standard accettabile. Oggi voglio invece affrontare il tema Pavlovic che, sul piano tecnico, è un caso addirittura più problematico rispetto a quello di Tomori.
L’ex difensore del Salisburgo è arrivato al Milan nella scorsa sessione estiva di mercato per un pacchetto complessivo di 20 milioni di euro. Il riscontro del campo, tuttavia, è stato sin da subito particolarmente difficile per lui. Il centrale serbo ha doti come la combattività e la tenacia che sono senza dubbio apprezzabili in un difensore. Possiede però anche limiti evidenti che lo rendono un giocatore critico nello schieramento rossonero. Essenzialmente sono tre gli ordini di contestazione.
Pavlovic ha difetti gravi nella marcatura stretta. Sa approcciare all’uomo in situazione statica anche con discreti risultati. Di contro fa fatica nelle situazioni dinamiche ad operare scelte di approccio rapide. Il gol subito sabato sera dal Milan contro la Cremonese è un esempio, ma non è l’unico. La marcatura non è soltanto legata all’approccio ma anche alla capacità di anticipare i movimenti avversari, ponendo con il corpo nella posizione migliore per anticipare o gestire la giocata dell’avversario. In questo Pavlovic ha ancora molto da imparare.
VARESE, ITALY - JULY 19: Strahinja Pavlovic of AC Milan is seen before the flight to the Pre-season Tour in Singapore at Malpensa Airport on July 19, 2025 in Varese, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)
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Il difensore serbo tradisce altresì limiti lapalissiani nell’impostazione del gioco. Le sue capacità di trasmissione sono mediocri. Spesso fatica a dosare i passaggi con la giusta forza. Il suo senso del gioco è modesto. Tale aspetto lo rende un giocatore pressabile ma soprattutto battezzabile dagli avversari. Raramente gioca la palla con serenità perché egli stesso non si fida della propria capacità di trasmissione. Nel calcio di oggi, in cui la prima uscita della palla da dietro assume sempre maggiore importanza, un aspetto del genere non può essere trascurato, né si può considerare un mero dettaglio.
Le letture sono il terzo difetto di Pavlovic. Prenderei come esempio il primo gol subito dal Milan nella scorsa stagione al San Paolo di Napoli ad opera di Politano. In quell’occasione sul lancio della difesa partenopea, la postura e la posizione stessa di Pavlovic non sono corrette, anche perché totalmente disallineate rispetto al compagno di reparto. Questo deficit nelle letture si riflette inevitabilmente, anche sui tempi di uscita nella fase di non possesso. Il difensore serbo va spesso fuori tempo e non riesce, a volte, a gestire la sua enorme esuberanza fisica.
Alla luce di quanto evidenziato, è ovvio ed evidente che continuare a considerare Pavlovic un elemento imprescindibile della difesa rossonera non sia un buon servizio, né per la squadra, né per il giocatore che attualmente avrebbe bisogno di altri ambiente per arrivare a fare determinati step di crescita. L’area tecnica del Milan ha forse sopravvalutato le potenzialità di crescita del difensore serbo e così, durante questa sessione di mercato, si è pensato che quella del difensore centrale non fosse la priorità. Si tratta di una presunzione luciferina che, se protratta oltre il 31 agosto, potrebbe diventare una spada di Damocle su questa stagione sportiva.
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