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di Franco Ordine -
È vero: si ferma solo il calcio italiano quando muore il Papa. Ma non è questo il punto principale visto dal mio personale osservatorio. È quello che si scatena in queste ore che meriterebbe di ricevere i riflettori accesi dell’opinione pubblica.
Sulla prima scelta, del Coni, di sospendere, in segno di lutto, le partite programmate per lunedì 21 aprile, c’è stata una sola protesta ufficiale ed è quella firmata dal presidente Lotito della Lazio che ha polemizzato per lo spostamento da lunedì a mercoledì del viaggio a Genova
segnalando la volontà della squadra di vegliare la salma del Pontefice. Diciamoci la verità: è una polemica strumentale resa pubblica perché Lotito, con questa nuova presidenza della Lega Serie A, è all’opposizione. Dietro la lettera isolata della Lazio però ci sono state altre pressioni, a cominciare dal tentativo di spostare la semifinale di coppa Italia (impresa non riuscita per mancanza di date disponibili).
Per finire al braccio di ferro tra l’Inter e la decisione del governo di spostare dal sabato (giorno dei funerali di Francesco) alla domenica 27 le partite in calendario e tra queste anche Inter-Roma che nel caso di conferma del sabato avrebbe offerto a Inzaghi un giorno in più a disposizione per preparare la semifinale di Champions League con il Barcellona. Ah se potessero parlare i telefoni…..
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