di Franco Ordine -
È una regola cardine del calcio, spesso ignorata a tal punto da procurare danni impressionanti a chi non la rispetta. È il caso classico nel giudicare il rendimento di un calciatore dopo poche settimane e magari ignorando i fattori (allenatore sbagliato, poca fiducia, condizione fisica turbata da qualche accidente) che hanno prodotto il ridotto rendimento.
Sotto gli occhi di tutti a cominciare dai calciatori del Napoli dello scorso torneo (classificatosi al decimo posto) per finire ad altre discusse prestazioni spiegate col cambio di società, ambiente, spogliatoio e allenatore. Pensate solo per un attimo a Moise Kean che con la Juve raggiunse lo storico record negativo di zero gol e che quest’anno comanda la classifica dei cannonieri. È diventato Cristiano Ronaldo all’improvviso? No, ha trovato un ambiente ideale, continuità nell’utilizzo, auto-stima e caratteristiche della Fiorentina (contropiede) capaci di esaltarlo.
Così Santi Gimenez, il giovane messicano già messo in discussione al Milan senza aver giocato un numero sufficiente di partite. Speriamo che qualcuno, a casa Milan e a Milanello, la lezione di Kean suggerisca il famoso motto di Arrigo!
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