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CURIOSA COINCIDENZA STORICA

Okafor, prima di lui solo Joe Jordan aveva vestito le maglie di Milan e Leeds

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Lo svizzero, dal Milan al Leeds United per 21 milioni di euro, diventerà il secondo giocatore nella storia ad aver vestito entrambe le maglie. Il primo fu il leggendario “Squalo” Joe Jordan...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Noah Okafor verso il Leeds: un trasferimento che entra nella storia

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Dopo l'amichevole tra Milan e Leeds, ecco il trasferimento di Noah Okafor dai rossoneri ai bianchi d'Inghilterra per 21 milioni di euro bonus compresi. Questa trattativa, però, non rappresenta soltanto un affare di mercato di fine estate. È anche un evento raro e curioso nella storia del calcio europeo: lo svizzero diventerà il secondo giocatore in assoluto ad aver indossato entrambe le maglie, quella rossonera del Milan e quella bianca del Leeds.

Un legame raro, rarissimo: in oltre un secolo di storia, solo un altro nome compare in entrambe le formazioni. Quello di Joe Jordan, autentica leggenda britannica e figura rimasta nel cuore dei tifosi milanisti — anche se per motivi molto diversi da quelli legati al talento tecnico.

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Okafor, prima di lui solo Joe Jordan aveva vestito le maglie di Milan e Leeds- immagine 2

Joe Jordan: lo Squalo che veniva da Leeds

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Nato il 15 dicembre 1951 a Carluke, in Scozia, Joe Jordan iniziò la carriera professionistica al Morton. A 19 anni si trasferì al Leeds United per 15.000 sterline. Alto, longilineo e potente (1,86 per 80 kg), incarnava alla perfezione lo stile “british” del centravanti da sfondamento: colpitore di testa, battagliero, instancabile.

Il 16 maggio 1973, Jordan era attaccante titolare dei Bianchi nella finale di Coppa delle Coppe tra Leeds e Milan, disputata allo Stadio Nazionale Kautanzogleio di Salonicco, in Grecia. Una sfida tesa, decisa da un gol su punizione di Luciano Chiarugi, che consegnò il trofeo ai rossoneri. Una beffa per Jordan, che otto anni dopo avrebbe indossato proprio quella maglia, completando una singolare parabola.

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Lo Squalo senza denti: tra mito e ironia

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Durante un allenamento nei primi anni a Leeds, Jordan perse due incisivi superiori tuffandosi per colpire un cross rasoterra. Da quel giorno, la sua immagine cambiò per sempre: rinunciava alla protesi durante le partite, mostrando una “voragine” dentale che gli valse il soprannome di “The Shark”. Un’espressione feroce che faceva tremare i difensori.

Con il Leeds collezionò 139 presenze e 35 reti, poi passò al Manchester United, dove giocò 109 partite segnando 37 gol. In Nazionale scozzese fu una colonna, partecipando a tre Mondiali consecutivi (1974, 1978, 1982), e diventando l’unico scozzese ad aver segnato in tre diverse edizioni della Coppa del Mondo (52 presenze e 11 gol totali).

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Jordan al Milan: da incubo a icona

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Nell’estate del 1981, il Milan decise di puntare su Jordan, da poco trentenne, per portare esperienza e fisicità in una squadra reduce dal trauma del Calcioscommesse. Il primo impatto fu complicato: lento, impacciato, tecnicamente grezzo, Jordan faticò ad ambientarsi e il Milan retrocesse nuovamente in Serie B, questa volta per motivi sportivi.

La stagione fu fallimentare per tutti, e lui contribuì con appena 2 gol in 22 presenze in Serie A. Eppure, la società lo confermò per l'anno successivo in cadetteria, e lì Jordan seppe riscattarsi: 10 gol in 30 partite, un rendimento solido che aiutò il Milan a risalire immediatamente.

Alla fine, Jordan lasciò 66 presenze e 20 reti con la maglia rossonera, una Mitropa Cup vinta nel 1982 e un piccolo record: fu il primo straniero nella storia del Milan a giocare in Serie B.

Anche se tecnicamente non fu mai un fuoriclasse, il suo spirito battagliero, il coraggio e la generosità lo resero una figura amata dal pubblico, tanto da essere celebrato in una figurina della serie “Masters Cards” 1992-93, che recitava: “La sua generosità nelle aree di rigore conquistò il cuore dei milanisti.”

Joe Jordan

L'ultimo capitolo rossonero: Okafor al Leeds

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Ora, oltre quarant’anni dopo, un nuovo nome entra in questo club ristrettissimo tra Milan e Leeds: Noah Okafor.

L'attaccante svizzero, arrivato al Milan nel luglio 2023 dal Salisburgo, si prepara a dire addio alla Serie A dopo due stagioni — tra luci e ombre con un prestito al Napoli — per approdare al Leeds United, alla ricerca della promozione in Premier League. Il suo bilancio in rossonero: 54 presenze, 7 gol, alcuni decisivi, e 5 assist ma spesso partendo dalla panchina.

Tecnico, veloce, moderno, Okafor è l'opposto di Jordan per stile e caratteristiche. Eppure, li unisce qualcosa di unico: l’aver scritto — per primi e unici — due righe condivise nella storia di Milan e Leeds, due club leggendari, due mondi calcistici lontani, ma ora collegati da un filo bianco e rosso lungo più di un secolo.

Due epoche, due stili, un solo incrocio

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Joe Jordan e Noah Okafor rappresentano due epoche calcistiche diversissime: una rude e fisica, l’altra veloce e tecnica. Eppure, le loro storie si incrociano ora in una curiosa coincidenza storica, che unisce il calcio anni ’80 a quello del presente, le battaglie in area a gli scatti in contropiede, la Scozia di Jordan alla Svizzera di Okafor.

Un’eredità condivisa, rara, che dimostra come il calcio continui — anche nelle sue pieghe più impreviste — a raccontare storie affascinanti, fatte di legami improbabili, memorie, e ritorni.