Gli infortuni degli attaccanti francesi del PSG, Dembelè e Douè, durante la partita della Nazionale transalpina contro l’Ucraina, ha irritato moltissimo il club di Parigi che, nelle ultime ore, ha emesso un comunicato molto pesante in cui ha chiesto l’introduzione di un nuovo protocollo di coordinamento medico-sportivo tra club e federazione. La sosta per le nazionali, come sempre, è fonte di polemica.
Il rapporto fra le Federazioni e i club
Nazionali solo a giugno e protocollo medico integrato: due proposte sensate

In base a quanto ha spiegato il PSG, sia Dembelè, sia Douè non erano in perfette condizioni fisiche al momento della convocazione. Il club pariginio auspicava che entrambi fossero gestiti sia in relazione ai carichi di lavoro durante gli allenamenti, sia alla possibilità di essere utilizzati per una partita. Il danno, adesso, è tutto del club transalpino che ha perso Dembelè per 8 settimane e Douè per circa 1 mese.
Il comunicato del PSG
—Alla fine del comunicato il PSG ha auspicato “che questi deplorevoli eventi aprano la strada all'istituzione di un nuovo quadro formalizzato di coordinamento medico, garantendo scambi sistematici, documentati e reciproci tra gli staff medici dei club e della nazionale, nonché il rispetto di un principio di precauzione rafforzato nella convocazione e nell'impiego dei giocatori, in particolare quando presentano una condizione medica in corso di trattamento. I recenti eventi, gravi e prevenibili, devono dare origine a misure correttive rapide e immediate. Il Club è pronto a contribuire attivamente a questo sforzo collettivo, nell'interesse dei giocatori e dell'intera comunità calcistica professionistica”.
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Il tema delle soste per le Nazionali
—Fuori dal politichese, il tema posto del PSG riguarda tutto il calcio e va decisamente oltre quanto richiesto, comunque legittimamente, dal club transalpino. La questione delle soste per le Nazionali è ormai divenuta complessa da gestire per tutti i club, soprattutto a mercato chiuso.
Durante la stagione agonistica ci sono mediamente 4 soste per le partite delle nazionali. Avvengono quasi sempre a settembre, a ottobre, a novembre e a marzo. Ciò significa metodi di allenamento completamente cambiati durante la stagione, viaggi oltreoceano nel caso dei giocatori non europei, cambiamenti climatici improvvisi. Tutte condizioni che, in alcuni casi, possono essere causa diretta di infortuni più o meno gravi.
I giocatori sono pagati dai club e sono pagati profumatamente perché il costo degli emolumenti negli ultimi anni non ha fatto che lievitare verso l’alto. Appare evidente come, in tale contesto, siano due le soluzioni da attuare e per farlo serve un tavolo condiviso fra i club e la FIFA.
Due proposte concrete
—In primis, infatti, andrebbe creato un unico spazio per le nazionali fra la fine del mese di maggio e la fine del mese di giugno. Un arco temporale in cui giocare tutte le partite per le qualificazioni ai Mondiali o alle altre competizioni FIFA. Le soste per le nazionali durante la stagione andrebbero abolite nell’esclusivo interesse della salute dei giocatori.
In secondo luogo, è assolutamente ragionevole la proposta avanzata dal PSG all’interno del suo comunicato. Serve infatti l’introduzione di un nuovo protocollo integrato di coordinamento medico-sportivo tra i club e le varie federazioni, che hanno il dovere di collaborare e cooperare.
Qualora, invece, si proseguisse su questa strada, tracciata ormai erroneamente da molti anni, il livello di infortuni dei giocatori sarebbe destinato a salire e di ciò ne trarrebbero conseguenze negative sia i club – proprietari dei cartellini dei giocatori – sia le nazionali che dovrebbero rinunciare alle prestazioni di elementi importanti.
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