LUKA non sarebbe un semplice senatore da spogliatoio

Modric al Milan: è davvero una “scelta stravagante” come dice Sacchi?

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L’opinione di Arrigo sull’eventuale arrivo di Luka solleva interrogativi legittimi, ma forse ingiustificati. Il croato, nella stagione 2024/2025, tra club e nazionale ha giocato 65 partite, di cui ben 36 da titolare, ma non solo...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Quando si parla di calcio e di visione tattica, il nome di Arrigo Sacchi evoca inevitabilmente rispetto. È l’uomo che ha rivoluzionato il Milan e ispirato generazioni di allenatori con la sua filosofia di pressing alto e gioco collettivo. Tuttavia, anche le menti più illuminate possono lasciarsi andare a valutazioni frettolose. È il caso del recente commento di Sacchi che, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport di oggi 5 giugno 2025, definisce l’eventuale arrivo di Luka Modric al Milan come una "scelta stravagante".

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Ma siamo sicuri che si tratti davvero di una stranezza?

Modric: l’esperienza che mancava

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A 39 anni, Luka Modric non è solo un ex Pallone d’Oro, ma un campione ancora integro fisicamente e tatticamente. Al Real Madrid ha saputo gestire minuti e intensità con intelligenza, risultando decisivo anche in Champions League. Nella stagione 2024/2025, Modric è stato l’undicesimo giocatore per minuti giocati dell’intera Liga, davanti a molti colleghi ben più giovani. Ma c’è di più: ha totalizzato ben 65 partite ufficiali tra club e Nazionale, partendo titolare in 36 di queste. Non un semplice "senatore da spogliatoio", ma ancora un protagonista sul campo.

Si tratta di numeri che, francamente, smentiscono qualsiasi accusa di "declino". Portarlo a Milano significherebbe inserire in rosa un giocatore abituato a vincere, a comandare il gioco nei momenti chiave e - cosa non trascurabile - a guidare i giovani con l’esempio.

Nel contesto di un Milan che ha scommesso (spesso con successo) su talenti emergenti, affiancare un faro come Modric può essere tutt’altro che una scelta nostalgica: è, semmai, una decisione strategica.

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L’età non è più un limite

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Sacchi sembra leggere l’eventuale acquisto del croato come un passo indietro, una deroga al calcio dinamico e moderno. Eppure, proprio il Real Madrid ha dimostrato quanto l’età anagrafica possa essere irrilevante quando c’è intelligenza calcistica. Toni Kroos e Modric hanno dominato il centrocampo europeo anche oltre i trentacinque anni, perché il calcio moderno non è solo corsa, ma anche testa.

Dire che Modric al Milan è una stranezza significa ignorare una verità più ampia: oggi il valore di un giocatore non si misura più solo in chilometri percorsi, ma nella qualità delle scelte, nella visione e nella leadership.

Una figura simbolica per un Diavolo ambizioso

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C’è anche un aspetto simbolico da non sottovalutare. Il Milan è in una fase di consolidamento e ambizione, con l’obiettivo di tornare protagonista stabile prima in Italia e poi in Europa. Modric, con il suo stile sobrio e la sua storia, sarebbe l’antitesi del "colpo mediatico". Sarebbe invece il simbolo di un Diavolo che vuole crescere attraverso il merito, il lavoro e la continuità tecnica, non con slogan ma con contenuti.

Non è stravaganza, è visione

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Definire stravagante l’approdo di Modric al Milan rischia di semplificare un’operazione che potrebbe rivelarsi altamente razionale. Forse, più che di stravaganza, dovremmo parlare di audacia intelligente. E proprio Sacchi, che fu coraggioso nel proporre idee nuove e rivoluzionarie, dovrebbe riconoscere il potenziale evolutivo di una simile mossa.

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In fondo, anche nel calcio come nella vita, non sempre è stravagante ciò che esce dagli schemi: a volte è solo lungimiranza travestita da provocazione.