Il Milan effettua meno sostituzioni della Serie A, ma i subentrati incidono più di tutti, dimostrando incisività e impatto immediato.
Il Milan è la squadra che effettua meno sostituzioni in tutta la Serie A, eppure molti dei subentrati, come Pulisic e Ricci a Torino, incidono in modo decisivo sull'andamento e sul risultato finale. Un dato che pesa per due motivi. Primo: non avendo coppe europee, i giocatori raramente arrivano con il fiatone nel finale e il ricorso a cambi forzati diventa minimo. Secondo: la rosa possiede una struttura tale per cui chi parte titolare è quasi sempre il miglior interprete possibile del ruolo, riducendo la necessità di interventi massicci durante la gara.
Il paradosso è evidente: il Milan fa pochi cambi, ma quelli che effettua sono spesso determinanti. Ed è qui che emerge un vantaggio competitivo rispetto a molte altre squadre, costrette invece a modificare in profondità la formazione iniziale per provare a ribaltare un match.
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Le statistiche non mentono: pochi cambi, resa massima
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In 14 giornate di Serie A il Milan ha effettuato "solo" 47 sostituzioni. Subito dopo troviamo il Genoa a 57 e il Parma a 60. Per trovare un'altra "big" bisogna salire fino alle 64 del Napoli. Anche nel confronto europeo il dato non cambia: il Milan resta la squadra con meno sostituzioni tra i top 5 campionati, seguono Everton (50) e Crystal Palace (51).
Il contributo offensivo dei subentrati è altrettanto rilevante: 6 marcature tra gol e assist in 14 giornate. Un numero pesante se rapportato al basso volume di cambi. Solo cinque squadre hanno fatto meglio: Cremonese (10), Inter e Bologna (8), Cagliari e Sassuolo (7).
Questi numeri confermano la premessa: il Milan è una squadra solida, che ha bisogno di pochi aggiustamenti in corsa. Ma per essere onesti, c'è anche l'altro lato della medaglia: la panchina non offre sempre profili in grado di "spaccare" la partita. Molti elementi, come Ricci, De Winter, Estupinan e Jashari, garantiscono un rendimento lineare, affidabile, ma senza picchi devastanti. Gli unici teoricamente in grado di cambiare davvero ritmo sono Loftus-Cheek e Nkunku, ma la realtà dice che raramente riescono a farlo concretamente. E spesso non serve nemmeno: il risultato è già sotto controllo quando entrano.
Il Milan non cambia spesso: cambia quando serve. Ed è questo che fa la differenza.