Dopo le parole di Furlani sul rafforzare la rosa prima della gara col Monza, la cessione di Reijnders lascia interrogativi. Il Milan punta alla sostenibilità, ma con che progetto tecnico? Forse sarebbe necessario anche un colpo di reni comunicativo
Milan, Reijnders al City e una strategia ancora tutta da chiarire
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Tre settimane fa il CEO del Milan, Giorgio Furlani, aveva tracciato una linea chiara a DAZN prima della gara col Monza: "Non mi focalizzerei sui calciatori partenti, ma su cosa dobbiamo fare per integrare e rafforzare questa rosa". Un messaggio che lasciava intravedere fiducia, visione e un’estate di costruzione. Ma oggi, dopo la cessione di Tijjani Reijnders al Manchester City, quelle parole suonano in modo diverso.
Una cessione che pesa più per il segnale che per il nome
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Reijnders non era intoccabile, ma era centrale. La sua partenza non è uno scandalo in sé - nessun giocatore è incedibile - ma porta con sé una domanda implicita: qual è la direzione?
Non basta dire che il Milan continuerà a rafforzarsi. Serve mostrare il come, e soprattutto il quando. Perché una rosa si integra anche anticipando, non solo reagendo.
Una visione va comunicata, non solo gestita
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Furlani è stato chiaro sul fatto che il Milan lavora in equilibrio tra ambizione e sostenibilità. Ma oggi il tifoso - anche il più paziente - fatica a vedere questo equilibrio trasformarsi in una visione riconoscibile. Nessuno chiede spese folli, ma un progetto leggibile sì.
Se si cede un titolare, è giusto e utile spiegare come si intende sostituirlo. Non solo sul piano tecnico, ma anche sul piano del significato: stiamo ricostruendo per vincere o razionalizzando per restare competitivi?
Il Milan può fare entrambe le cose, ma serve coerenza
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Il Milan ha risorse, appeal e una base solida per fare mercato con intelligenza. Ma deve anche stare attento a non mandare segnali contrastanti: parlare di crescita e poi perdere pedine importanti senza un piano visibile può logorare la fiducia, prima ancora dei risultati.
Il punto non è vendere o no. Il punto è comunicare con coerenza. Un club come il Milan ha bisogno di parole che anticipano i fatti, non che devono rincorrerli.
Le fondamenta ci sono, ora servono i mattoni giusti
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Il Milan non è in crisi. Anzi, parte da una base tecnica e soprattutto economica molto solida. Ma la sensazione è che manchi ancora un colpo di reni comunicativo e progettuale per far capire dove si vuole arrivare. La stagione è lunga e il mercato è appena cominciato. Ma le idee, quelle sì, servono chiare fin da subito. Allegri e Tare in questo senso sono già due ottimi ingredienti.