milanistichannel editoriale milan Milan-Napoli, difese opposte: Allegri a 3 e Conte a 4

Camaleontici e vincenti

Milan-Napoli, difese opposte: Allegri a 3 e Conte a 4

Allegri Conte
Allegri e Conte hanno modulato carriere tra difesa a 3 e 4, adattandosi sempre ai giocatori: conta vincere, non lo schema.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

I moduli, come ama ricordare Massimiliano Allegri, vanno lasciati ai professori del calcio: il miglior tecnico è chi riesce a schierare undici calciatori nella loro posizione naturale, permettendo a ciascuno di rendere al meglio. Allegri e Conte sotto questo punto di vista condividono la stessa mentalità, come dimostrato nell'arco di tutta la loro lunga e vincente carriera.

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Allegri e Conte: moduli e tattica in evoluzione continua

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Fin dall’inizio della sua carriera Max Allegri ha dimostrato di non essere mai legato ad un singolo modulo. A Cagliari utilizzava la difesa a 3, mentre al suo arrivo al Milan nella stagione 2010/2011 optò per una più classica linea a 4. Passato alla Juventus, tornò alla retroguardia a 3 grazie ai totem Chiellini, Bonucci e Barzagli, modulo che rimase un marchio distintivo fino al 2019. Nella sua seconda avventura bianconera (2021-2024), senza più quei leader difensivi, passò gradualmente al 4-3-3, senza però abbandonare del tutto il 3-5-2. In quegli anni ha alternato anche il 4-4-2, con variazioni legate soprattutto alla presenza di Federico Chiesa. Tornato al Milan, Allegri aveva inizialmente immaginato un 4-3-3, ma la conformazione della rosa lo ha spinto verso il 3-5-2, esaltando Tomori e Pavlovic come braccetti e Gabbia come guida della retroguardia.

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Il percorso di Antonio Conte segue un’evoluzione parallela, ma differente. Partito dal 4-2-4 a Bari, a Siena alternò il 4-4-2 e il 3-5-2, modulo che divenne il suo simbolo alla Juventus. Al Chelsea passò da un iniziale 4-3-3 al 3-4-3, sistema con cui vinse la Premier League. All’Inter restò fedele al 3-5-2, mentre al Tottenham adottò soprattutto il 3-4-3 o il 3-4-2-1. Giunto al Napoli, dopo un primo esperimento con il 3-4-3, è virato al 4-3-3, fino ad approdare quest’anno a un ibrido 4-1-4-1, studiato per valorizzare al meglio Kevin De Bruyne.

In fondo, Allegri e Conte hanno dimostrato di essere due tecnici camaleontici: per entrambi conta più la vittoria che l’ortodossia tattica. Non esistono moduli eterni, esistono solo allenatori capaci di vincere. Perché i moduli passano, ma la mentalità vincente resta.