La nuova stagione si aprirà con una netta presa di posizione. La dirigenza del Milan ha deciso di adottare unapolitica intransigente sui rinnovi contrattuali, volta a preservare il valore della rosa e a evitare situazioni spiacevoli che in passato hanno impoverito le casse del club. D’ora in avanti, nessun margine per le attese infinite: se un giocatore si trova a due anni dalla scadenza e non accetta il prolungamento, verrà ceduto. Una regola chiara, che non lascia spazio a interpretazioni.
QUESTIONI SOCIETARIE
Milan, linea dura della società: la rivoluzione sui rinnovi ha inizio

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I precedenti fanno scuola
—Questa decisione nasce dall’esperienza di casi eclatanti, primo fra tutti quello di Gianluigi Donnarumma, il portiere simbolo che, dopo anni di crescita, lasciò il Milan a parametro zero per approdare al Paris Saint-Germain. Una perdita doppia, sia tecnica e finanziaria. Stesso destino, seppur con dinamiche diverse, per Hakan Çalhanoğlu, passato all’Inter senza generare un euro di "indennizzo". Vicende che hanno spinto la dirigenza a proteggere il patrimonio sportivo ed economico della società. Evitare l'impoverimento di asset fondamentali sarà prioritario nel futuro prossimo, mantenendo un equilibrio tra competitività in campo e sostenibilità economica. I dirigenti sanno bene che il calcio moderno non perdona leggerezze nella gestione dei contratti. Una cessione anticipata, seppur dolorosa, può generare risorse importanti per rinforzare la squadra.
Svolta decisionale
—La linea rossonera prevede monitoraggio costante della situazione contrattuale dei calciatori. Non si attenderanno più i dodici mesi finali per sedersi al tavolo. Già a ventiquattro mesi dalla scadenza si deciderà se prolungare o separarsi definitivamente. Una prassi che, in club di vertice in Europa, è ormai consolidata e ha permesso di evitare fughe improvvise di campioni. Questo approccio proattivo richiede anche una nuova forma di comunicazione interna. Chiarezza, trasparenza e decisioni tempestive saranno all'ordine del giorno. Ogni trattativa sarà gestita con fermezza, valutando non solo l’aspetto economico, ma anche l’ambizione e l’adesione del giocatore al progetto tecnico.
In un’epoca in cui la competitività sportiva si intreccia sempre di più con la solidità finanziaria, il Milan sceglie di proteggere il proprio futuro. La regola dei due anni potrebbe sembrare dura, ma rappresenta una garanzia di continuità. Meglio cedere un campione nel pieno del suo valore piuttosto che vederlo partire a zero, lasciando un vuoto in campo e nei conti.
Così, la nuova stagione si apre con una promessa: mai più addii a costo zero. Una filosofia che potrebbe segnare una svolta nella gestione del club, garantendo un ciclo virtuoso di investimenti e risultati. E, soprattutto, dare ai tifosi la certezza che ogni scelta sarà fatta con un unico obiettivo, quello riguardo al bene dell'AC Milan.
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