Tracollo, tregua, progetto

Silenzio rossonero, tempesta nerazzurra: i ruoli si invertono

Milan Inter
Dopo l'umiliazione nerazzurra, il Milan riparte con meno pressioni e prepara la rosa per la prossima stagione.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

Inutile girarci attorno: per il Milan vivere un’estate con l’Inter campione d’Europa sarebbe stata una cosa. Viverla con l’Inter sconfitta in finale, un’altra. Ma viverla con l’Inter travolta 5-0 ed entrata nella storia della Champions League dalla parte sbagliata è tutta un’altra cosa. Un evento che, per molti tifosi e addetti ai lavori, cambia radicalmente l’umore e l’equilibrio emotivo con cui affrontare i mesi estivi.

Silenzio rossonero, tempesta nerazzurra: i ruoli si invertono- immagine 2

(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

Il mito dell’eldorado nerazzurro, che aveva catalizzato ammirazione e venerazione, è stato spazzato via in novanta minuti tragici. Una finale destinata a rimanere nell'immaginario collettivo come la disfatta del triplete annunciato da Simone Inzaghi dopo il 2-0 rifilato al Feyenoord, agli ottavi. Un auspicio trasformato in boomerang, quasi maledetto, come l'incubo confessato da Marco Materazzi a ridosso della semifinale di Coppa Italia: "Quest’anno il Milan rischia di vincere due trofei non meritando e l’Inter niente". Una profezia divenuta realtà. E se il Milan alla fine ha alzato solo una Coppa, quel "niente" resta un fardello interista difficile da scrollarsi di dosso.

La disfatta Inter regala fiato al nuovo corso del Milan

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Superato dunque questo ostacolo ambientale e simbolico, il Milan può ora pianificare la prossima stagione con maggiore serenità. Paradossale, visto che i rossoneri non parteciperanno alle coppe europee. Ma si sa: nel calcio non contano solo i propri successi, ma anche i tonfi altrui. E questo, nell’ottica milanista, è stato clamoroso.

Massimiliano Allegri e Igli Tare stanno già entrando nel vivo del lavoro, esaminando con scrupolo ogni elemento della rosa per capire chi potrà davvero essere utile al nuovo corso. Il rientro di quasi tutti i giocatori in prestito - con il solo Kalulu vicino al riscatto da parte della Juventus - rischia di gonfiare l’organico a 30 o più unità. Numeri insostenibili per una stagione senza impegni infrasettimanali, dove una rosa di 24-25 giocatori sarebbe già abbondante.

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(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

La società dovrà quindi trovare una soluzione, possibilmente definitiva per molti elementi. Anche perché le recenti esperienze con il Bologna, prima con Saelemaekers e ora con Pobega, dimostrano quanto i prestiti con diritto di riscatto possano essere armi a doppio taglio. Soprattutto se, come accaduto, il club acquirente torna a bussare chiedendo sconti che a Casa Milan non hanno più intenzione di concedere.

La stagione senza coppe diventa quindi un’occasione preziosa per ricostruire con lucidità. Un’occasione per ritrovare identità, riordinare le idee e riportare al centro la visione sportiva, dopo mesi vissuti tra incertezze, transizioni e veleni. Non ci sono alibi, ma nemmeno pressioni: l'equilibrio perfetto per rifondare. Allegri e Tare lo sanno bene.

Il Milan non è dove vorrebbe, ma sa perfettamente dove vuole tornare.