Spese complessive dal post COVID: Milan 2° in Serie A dietro la Juventus

Nella giornata di ieri mi sono occupato del tema della spesa per i cartellini. In Italia il Milan è nettamente la prima squadra negli ultimi anni per investimenti sul mercato, l’ottava in Europa.Il differenziale entrate/uscite del Milan è negativo, con un -270 milioni. Come già evidenziato questa medaglia ha due lati. Il primo positivo, perché dimostra che il club investe molto sul mercato ed il secondo negativo, in quanto i risultati dimostrano che c’è quantità nella spesa ma non c’è adeguata qualità. Ne consegue che il Milan debba evidentemente variare il proprio metodo di spesa, rendendolo più funzionale ed armonico ad una idea di squadra credibile.

Il nodo degli "ingaggi"

Qualche lettore ha legittimamente sollevato il tema degli ingaggi. La contestazione è la seguente: "non puoi parlare soltanto di investimenti sui cartellini, ma devi parlare anche degli investimenti del club in ingaggi". Tale obiezione ha senso sul piano contabile ma, a mio avviso, non è pienamente condivisibile. Il dato sugli ingaggi è un aggregato che ogni club si porta dietro dagli anni precedenti come un fardello. Da tre anni sul monte-ingaggi del Milan pesano, per esempio, gli emolumenti percepiti da Origi, acquisto che non è andato bene.

C’è però un’altra considerazione fondamentale che non può essere dimenticata e che ritengo giusto approfondire. Con le attuali norme UEFA sul FPF nessun club si può permettere passivi di bilancio fuori controllo. Ad oggi sono perdite di esercizio che non sforino il – 60 mln in un triennio, il che significa che le proprietà che controllano i club possono ricapitalizzare per circa 15-20 milioni di euro all’anno. Si tratta di cifre non incidenti su società che fatturano centinaia di milioni di euro.

La conseguenza inevitabile è che ogni club deve fare con le proprie risorse. In questo quadro, considerati i vari livelli di fatturato dei club di Serie A, è naturale che più aumenta il costo degli emolumenti dei giocatori, più diminuisce la possibilità di spendere per i cartellini degli stessi.

I numeri del dato aggregato: differenziale entrate/uscite più spese per gli emolumenti. Milan secondo in Serie A

Ho voluto comunque verificare sul piano numerico quali sono i numeri, considerando il dato aggregato per le società di Serie A comprensivo del differenziale entrate/uscite e delle spese per gli ingaggi dal 2021 in poi.

Ebbene in questa particolare classifica è prima la Juventus con – 789,4 mln. Segue il Milan con – 639,7, in terza posizione c’è la Roma con – 459,42. Quarta l’Inter con – 453,91 e quinto il Napoli con – 449,72. In sostanza le squadre che hanno investito di più sono quelle che avrebbero dovuto vincere di più. Il Milan ha portato a casa uno scudetto ed una supercoppa; la Juventus soltanto una Coppa Italia. Il Napoli invece, la squadra più virtuosa, è riuscita a vincere ben due scudetti. Da matita blu la posizione della Roma che è la terza squadra per spese in Serie A negli ultimi 4 anni (investimenti in cartellini + spese per emolumenti) e che non è mai riuscita a conquistare il posto in Champions League (tre sesti posti ed un quinto posto).

Altra chicca che viene fuori da questi numeri è che mai negli ultimi 4 anni la Serie A è stata vinta dalla squadra che aveva il monte-ingaggi più alto. Anzi, in tre casi su quattro, la squadra campione d’Italia era anche la quinta come monte-ingaggi (una volta il Milan, due volte il Napoli). L’ultima volta che la squadra con il monte-ingaggi più alto ha vinto il campionato si era nella stagione 2019-2020, l’ultimo dei nove scudetti juventini.

Questi numeri pertanto confermano che il Milan ha speso tanto in questi anni, anche considerando il tema ingaggi. Il tema del metodo di spesa rimane pertanto attualissimo. Il club rossonero deve alzare il livello su questo aspetto perché soltanto migliorando la qualità e la sinergia degli investimenti sarà possibile migliorare le aspettative del club e la resa effettiva sul piano dei risultati.