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analisi di Fabio Il Cascia per la pagina Facebook "Il Casciavait" -
Quello di Zagabria era l'ultimo sforzo rimasto e che almeno sulla carta, sembrava anche il più abbordabile, ma come spesso accade, il campo ha detto altro. Si è perso a Zagabria, contro una Dinamo con cui finora si era sempre vinto, sia a San Siro che appunto al Maksimir, contro un avversario abbordabile e nettamente inferiore, che prima della gara contro i rossoneri, aveva preso 18 gol in 8 partite. Un'enormità.
Con tanta sufficienza, sfornando regali in serie, con Gabbia a sbagliare i tempi e lanciare Baturina in campo aperto, e poi i cartellini presi in maniera gratuita, come quello di Pulisic e soprattutto i due di Musah, con un doppio giallo folle e assurdo. Tutto intollerabile a questi livelli. E non ci si può attaccare al campo disastroso e ad un arbitro non adeguato e che toglie un rigore netto ed evidente. Questo Milan, nonostante le assenze, doveva andare in campo e sbranare la Dinamo, perché è più forte e aveva molte più motivazioni, con gli ottavi serviti su un piatto d'argento. Eppure non si è visto niente di tutto ciò, se non appunto, una squadra a tratti assente, e che ci prova solo nella ripresa, spinta più dalla disperazione che altro, probabilmente.
In più, al playoff ci sono alte probabilità di prendere la Juventus, e se si passa, agli ottavi è facile che sia nuovamente derby contro l'Inter, ormai un grande classico un po' ovunque. Insomma il caos. Ed infine, della serie "piove sul bagnato", da Lille giunge notizia di Santi Gimenez uscito anzitempo per infortunio. Il timbro finale su una serata tanto amara quanto indecorosa. Dalla dirigenza e la società, passando per staff tecnico e finendo ai giocatori, tutti devono prendere atto di quanto fatto stasera, fare mea culpa e al contempo avere anche un po' di vergogna, perché questi alti e bassi continui, e che paiono non finire, non possono essere più tollerati. Da nessuno.
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