Milan, e ora?

di Gaetano De Santis -

Senza troppi giri di parole: siamo fuori dalla lotta Scudetto. Il primo posto se lo contenderanno Napoli, Inter e Atalanta, con la Juventus leggermente indietro. Di conseguenza i primi quattro posti valevoli per la Champions League sembrano un miraggio, chissà che non sia sufficiente il quinto posto come nella scorsa stagione, ma quello si saprà solamente a primavera inoltrata. Quello che sappiamo ora è che siamo inadeguati per i piani alti della Serie A. La partita di Bergamo ha dimostrato che siamo manchevoli di quella concentrazione fondamentale per aspirare a qualcosa di più di un piazzamento in ambito nazionale in questo 2024/2025.

Dura ammetterlo

Ancora più difficile farlo prima di Natale con 2/3 del campionato da giocarsi. Tuttavia bisogna essere lucidi nell'analisi e consapevoli che la stagione disgraziatamente sarà un continuo sali e scendi emotivamente difficile da accettare, ma al tempo stesso inevitabile. Parlando dei singoli: bene Leao e Morata, solido come sempre Fofana, Rejinders più evanescente del solito, ma ahimè Theo è sconcertante in questo periodo. Non si sovrappone come suo solito, indipendentemente dell'avversario e dall'andamento della partita, quindi possiamo presumere sia un problema di condizione legato a vari fattori. Tuttavia una cosa è certa: questo non è il vero Theo ed il Milan ha dannatamente bisogno di ritrovare il suo treno sulla fascia sinistra nel più breve tempo possibile.

Doverosa chiosa finale sul Mister: abbiamo visto come Fonseca raramente sbagli formazione e approccio alla partita nei big match, ma al tempo stesso pecchi sempre nello stesso fondamentale, ossia quello della lettura dell'evoluzione del match. Anche ieri i cambi sono stati

tardivi in alcuni casi - vedi Abraham - o addirittura ridondanti - come l'ingresso di Chukwueze subito dopo il 2-1 atalantino. Bisogna trovare tutti insieme la voglia di uscirne, altrimenti la stagione andrà via come questi primi mesi di stagione: in maniera del tutto disonorevole.