Il centravanti del Milan: pro e contro di Dusan Vlahovic e Rasmus Hojlund

Nella giornata di ieri, su milanistichannel.com e sui nostri canali social, abbiamo rivelato in esclusiva quelle che sono le intenzioni del Milan per il ruolo di centravanti. I nomi forti sono quelli di Vlahovic e Hojlund. In quest’articolo cerchiamo di comprendere, con un’analisi tecnica ponderata, quali sono i pro e i contro del possibile arrivo di questi due giocatori.

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La possibilità Vlahovic: ad oggi il centravanti preferito

Dusan Vlahovic è un attaccante da recuperare, ma i numeri parlano a suo favore. Nelle ultime sei stagioni ha segnato 107 gol complessivi, 49 negli ultimi 3 anni. Non è particolarmente bravo nella partecipazione al gioco, difetta nella capacità di essere associativo con i compagni e nel senso della giocata. Resta però un finalizzatore indiscutibile, bravissimo nell’attaccare il primo palo, cattivo quanto basta davanti al portiere. Alla Juventus la sua parabola è in discesa da circa due anni. Non tanto per ragioni legate ai gol (che non sono mai mancati), quanto per una certa indolenza tipicamente balcanica che lo ha portato ad adagiarsi.

La sensazione è che Vlahovic sia il classico giocatore che ha bisogno di cambiare ambiente per ritrovare stimoli. L’occasione è ghiotta sul mercato ed il Milan lo sa, ma serve anche un atteggiamento di disponibilità di Dusan che deve mettersi in discussione e, magari, rinunciare a qualche pretesa economica fuori mercato. L’attesa del Milan, d’altronde, non potrà essere eterna.

La corta coperta Hojlund: una possibilità concreta

Rasmus Hojlund ha alcune comunanze con Vlahovic, sia nella struttura fisica, sia nell’uso del piede mancino. Non si tratta di un giocatore con una pagella di gol indiscutibile (per quanto ha realizzato 42 gol nelle ultime 3 stagioni) come quella del centravanti serbo; stiamo parlando però di un attaccante interessante, con prospettiva, mezzi e margini importanti di crescita. A Bergamo è esploso ma, probabilmente, avrebbe avuto bisogno di almeno un’altra stagione di crescita prima di tentare il salto in un campionato dai ritmi forsennati come la Premier League.

L’investimento sull’attaccante danese ha di certo un margine di certezza minore rispetto a quello per Vlahovic, ma sul lungo periodo potrebbe avere un raggio ed una prospettiva più ampia. Ha una fisicità che sta evolvendo ed uno strappo sul lungo notevole. Considerato che il Milan, in questa stagione, giocherà spesso con un baricentro basso, quest’ultimo dettaglio potrebbe avere un peso non indifferente.