milanistichannel editoriale milan Milan, analisi dei nuovi acquisti: perché Ricci è già un titolare

Gerarchie da riscrivere

Milan, analisi dei nuovi acquisti: perché Ricci è già un titolare

Milan
La profondità del Milan è sottovalutata: gli acquisti estivi sono parte di un sistema dove chi entra cambia ritmo e risultato.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

Quando si analizza la campagna acquisti del Milan, molti considerano soltanto Adrien Rabiot come un nuovo innesto futuribile da titolare fisso, relegando profili come Ricci e gli altri a semplici alternative. È un preconcetto completamente fuorviante. Nel calcio moderno, infatti, i titolari non sono più undici: sono sedici. Con cinque cambi che ogni settimana indirizzano le partite, chiedere a Christian Pulisic, decisivo a Torino, la distinzione tra titolare e riserva è sempre più artificiale.

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L'analisi reparto per reparto: focus su Samuele Ricci e Ardon Jashari

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Chiarita questa premessa, si può analizzare con più lucidità il mercato estivo, soffermandoci in particolare su Samuele Ricci. Partendo dalla porta, Terracciano è oggettivamente una riserva, così come lo era Sportiello: nessuna differenza sostanziale. In difesa, Koni De Winter e David Odogu rappresentano le due alternative ai titolari Fikayo Tomori, Matteo Gabbia e Strahinja Pavlovic. Qui sì, siamo davanti a dei ricambi puri, con le gerarchie ben definite in questa stagione.

A centrocampo, invece, lo scenario cambia radicalmente. Luka Modric, pur non essendo futuribile per ragioni anagrafiche, è un titolare della stagione 2025/2026 e come tale va trattato. Adrien Rabiot è un titolare consolidato con contratto pluriennale, quindi inutile aggiungere altro. Ed eccoci al nodo principale: Samuele Ricci. Catalogarlo come semplice alternativa significa non conoscere il calcio di Allegri. L'allenatore toscano predilige giocatori costanti e affidabili, elementi che può gettare nella mischia in qualsiasi momento sapendo già quale sarà il risultato. Ricci appartiene esattamente a questa categoria. Infatti, come accaduto a Torino, il suo ingresso è stato decisivo sia dal punto di vista tattico e sia nell'azione che ha portato al goal vittoria di Pulisic. Un profilo così non è un comprimario: è un titolare aggiunto, uno di quelli che costruiscono la spina dorsale della squadra.

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Caso diverso è quello di Ardon Jashari, reduce da un grave infortunio e dunque ancora in fase di valutazione. L'idea del club era quella di farlo crescere accanto a Modric, per poi affidargli gradualmente le chiavi della regia. L’infortunio ha rallentato questo piano, ma da ora il suo compito sarà semplice: assorbire ogni dettaglio tecnico, tattico e mentale dall'esperienza del fuoriclasse croato, preparandosi a ereditarne il ruolo quando arriverà il momento.

Sulle fasce gli arrivi di Pervis Estupinan, Alexis Saelemaekers (rientrato dal prestito), Zachary Athekame e la promozione stabile di Davide Bartesaghi da Milan Futuro rappresentano quattro innesti. Con così tanti nuovi interpreti, era fisiologico che solo due su quattro potessero essere titolari.

Il caso Christopher Nkunku: il titolare in attesa di giudizio

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In attacco, l'acquisto più oneroso della sessione estiva, Christopher Nkunku, non sta rispettando le aspettative. Ma questo non basta per rivedere il suo status: il francese rimane un titolare a tutti gli effetti, semplicemente in un momento di rendimento insufficiente rispetto alle sue qualità indubbie.

La conclusione di questa analisi rovescia completamente la narrazione iniziale: non solo la diceria secondo cui il Milan avrebbe acquistato quasi solo riserve è infondata, ma il mercato estivo va letto con una visione più ad ampio raggio e non limitata ad un momento preciso e con preconcetti oramai superati. Le potenzialità ci sono, ma non sono state ancora pienamente espresse.

Le riserve non esistono più: esistono giocatori che fanno la differenza quando conta.