ANALISI TRA STRATEGIE, ERRORI E POSSIBILI CORRETTIVI
Milan, 2′ club per spese nette in A ultimi 5 anni: interessano solo i ricavi?
MILAN, ITALY - SEPTEMBER 03: Founder & Managing Partner at RedBird Capital Partners Gerry Cardinale looks on prior to the Serie A match between AC Milan and FC Internazionale at Stadio Giuseppe Meazza on September 03, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Nonostante critiche e perplessità, il Milan è il secondo club di Serie A per saldo negativo nelle spese tra acquisti e cessioni dal 2021 a oggi. Un’analisi dei numeri e delle scelte di mercato della gestione Cardinale.
Il Milan spende (quasi) come la Juve: un dato che fa riflettere. I numeri non mentono: secondo i dati Transfermarkt aggiornati al 9 agosto 2025, il Milan è ancora il secondo club per saldo passivo tra acquisti e cessioni negli ultimi cinque anni di Serie A, con un rosso di -241,4 milioni di euro. Solo la Juventus ha fatto peggio, con -262,9 milioni.
Un dato che sorprende
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Se si pensa a quanto spesso si dipinga il Milan come un team attento ai conti, quasi parsimonioso, soprattutto rispetto ai fasti del passato o agli investimenti sempre più aggressivi di altri club italiani e internazionali.
Dal 2021 a oggi, i rossoneri hanno cambiato pelle più volte: dal mercato “ragionato” dell’era Maldini-Massara, all’approccio più analitico e manageriale targato RedBird, con Furlani, Moncada e ora anche Tare in primissima linea. Eppure, il saldo negativo resta costante. Gli oltre 240 milioni di passivo non sono il frutto di un singolo mercato sbilanciato, ma di una tendenza pluriennale a investire molto – anche bene, in certi casi – senza però incassare altrettanto.
Cessioni: il vero tallone d’Achille (ma qualcosa si muove)
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In passato, il Milan ha spesso faticato a capitalizzare i propri talenti, contrariamente a club come Atalanta e Napoli. Tuttavia, nell’estate 2025 qualcosa sembra essere cambiato: le cessioni, tra gli altri, di Theo Hernandez (Al Hilal), Malick Thiaw (Newcastle) e Tijjani Reijnders (Manchester City) hanno portato oltre 100 milioni complessivi nelle casse rossonere. È un segnale? Forse. Per la prima volta dopo anni, il Milan sembra aver compreso che la sostenibilità passa anche dal vendere bene, e non solo dall’acquistare. Certo, cedere tre titolari nello stesso mercato non è privo di rischi tecnici, ma è un passo necessario se si vuole costruire un modello più solido e indipendente dagli introiti della Champions League che in questa stagione non ci saranno.
Cardinale e RedBird: serve coerenza tra ambizione e gestione
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L’obiettivo di RedBird e Gerry Cardinale è chiaro: fare del Milan un brand globale vincente e sostenibile. Ma la sostenibilità si misura nel tempo, e non solo attraverso slogan o video motivazionali. La gestione post-Tonali nel 2023 aveva già evidenziato una volontà di cambiare passo, ma i risultati sportivi e la crescita dei nuovi acquisti sono stati altalenanti. Ora, con le cessioni estive del 2025, la società ha finalmente margini per costruire in modo più strategico, ma è fondamentale che le risorse incassate vengano reinvestite con criterio e visione, non solo per tappare i buchi.
Spesa sì, ma con visione
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Spendere non è un problema. Il Milan deve investire per restare competitivo e all’altezza del suo nome. Ma spendere senza criterio, senza ritorni tecnici o economici, rischia di mettere il club in una spirale poco virtuosa. Il confronto con club come Roma, Napoli o addirittura il nuovo ricco Como dimostra che il problema è anche sistemico, legato alla struttura economica della Serie A. Ma il Milan ha il dovere di distinguersi, perché ha risorse, storia, appeal e – ora – anche una dirigenza che ha tutti gli strumenti per farlo.
Il mercato del Milan può cambiare passo?
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Con le cessioni dell’estate 2025, il Milan ha finalmente mostrato di saper monetizzare, ma non basta. Serve continuità, una rete di scouting più efficace, una comunicazione più trasparente e – soprattutto – una visione coerente tra campo e bilanci. La sostenibilità non si costruisce solo con il rosso o il nero dei conti, ma con scelte ponderate, equilibrio tra ambizione sportiva e realismo economico, e la capacità di correggere la rotta quando serve. Il mercato rossonero, oggi, è a un bivio. Sta alla società decidere se rimanere il “secondo club per spese nette” o diventare finalmente il primo club per sostenibilità intelligente.
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