milanistichannel editoriale milan Dentro il 3-5-2 di Massimiliano Allegri: perché il Milan ora funziona

Equilibrio e rinascita

Dentro il 3-5-2 di Massimiliano Allegri: perché il Milan ora funziona

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Il nuovo Milan di Allegri cresce attraverso equilibrio e pragmatismo: una squadra compatta, moderna e tatticamente consapevole.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

All’inizio dell’estate, praticamente subito dopo l’annuncio del ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan, molti tra addetti ai lavori e tifosi immaginavano un Milan schierato con il 4-3-3, così da sfruttare totalmente le caratteristiche degli esterni offensivi presenti in rosa. Una possibilità che, con il passare delle settimane, si è progressivamente assottigliata, fino a essere ufficialmente accantonata con il passaggio al 3-5-2, adottato in questa prima parte di stagione.

Una decisione dettata dalle caratteristiche dei singoli interpreti, ma che non deve essere vista come un ripiego. Allegri, infatti, non è mai stato un tecnico legato a un modulo fisso: il suo unico obiettivo è sempre stato quello di schierare la migliore formazione possibile in base al materiale tecnico a disposizione. Così è stato nel corso della sua carriera e così continuerà a essere.

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La difesa a tre per il Milan: una virtù, non un ripiego per Allegri

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Il Milan di Allegri sembra ormai non poter fare a meno della difesa a tre, con Pavlovic a sinistra, Gabbia al centro e Tomori a destra. Un reparto formato da giocatori con caratteristiche uniche e complementari al tempo stesso. A sinistra c’è Strahinja Pavlovic, potente e generoso, capace di accompagnare l’azione anche in avanti, al centro il preciso e puntuale Matteo Gabbia, sempre concentrato e pronto a coprire gli spazi laterali ed infine, sulla destra, Fikayo Tomori, tornato sui livelli dello scudetto, in una posizione che ne esalta velocità e aggressività.

Un simile assetto difensivo richiede due esterni di centrocampo con gamba, capaci sia di spingere che di ripiegare. A sinistra si è inserito Pervis Estupinan, uno dei nuovi arrivi, tra i meno reclamizzati, ma non per questo meno fondamentale per l’equilibrio della squadra. A destra è tornato il figliol prodigo Alexis Saelemaekers, cresciuto dopo le esperienze in prestito a Bologna e Roma. Un giocatore profondamente diverso da quello che aveva lasciato Milanello nel 2023.

Al centro del campo il faro è inevitabilmente Luka Modric, affiancato a sinistra dal pupillo di Allegri, Adrien Rabiot, e a destra dall’equilibratore del centrocampo, Youssouf Fofana, il quale consente al croato di inventare in totale libertà.

L’attacco: talento e concorrenza

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Davanti i posti sono due, con Christian Pulisic e Rafael Leao designati protagonisti del reparto offensivo. Una scelta che non preclude, nel corso della stagione, rotazioni e cambiamenti. Christopher Nkunku e Santiago Gimenez promettono battaglia, pronti a creare piacevoli dubbi ad Allegri in ogni formazione titolare. Il Bebote visto contro la Juventus merita di essere considerato una reale alternativa, al contrario di quanto mostrato nelle precedenti uscite. Toccherà al messicano confermarsi con prestazioni di pari livello per tutto l’arco della stagione.

Il tridente sì: Allegri l’aveva considerato

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Parafrasando una celebre canzone di Renato Zero, Allegri aveva - e continua ad avere - in mente la possibilità di un tridente pesante con Leao, Pulisic e uno tra Nkunku e Gimenez al centro dell’attacco.

Sintomatiche le parole pronunciate dal tecnico nel post partita contro la Juventus. Allegri a domanda specifica sul tridente ha risposto: "L’importante è che tutti siano in buone condizioni. Nkunku è arrivato tardi, il 30 agosto. Leao si è fermato 45 giorni, c’è bisogno di ancora un po’ di pazienza. Ora c’è la nazionale e quando torneranno vedremo. È normale che più giocatori tecnici abbiamo dentro e meglio è. Poi è vero che i cambi diventano importanti, perché all’ultima mezz’ora se hai giocatori come Leao e Nkunku che entrano dentro possono sicuramente far saltare il banco".

Tuttavia, se questa soluzione resta tecnicamente possibile, come confermato anche dalle parole del tecnico, sarà difficile vederla riproposta per un lungo filotto di partite. Inevitabilmente a rimetterci potrebbe essere quell’equilibrio tattico che il Milan ha ritrovato con fatica dopo alcune stagioni altalenanti.

La possibilità di scegliere due titolari tra quattro giocatori di livello e cambiare il volto della partita con gli ingressi dei restanti due è una prerogativa delle grandi squadre. Il Milan 2025/2026 vuole tornare a essere considerato tale, non solo per storia e blasone, ma per i risultati concreti sul campo.