Più passano i mesi, più il tempo galantuomo si sta incaricando di smentire tutta una serie di pregiudizi e luoghi comuni che sono stati ripetuti a menadito sul Milan. Tutto ciò senza apportare contributi rilevanti alla discussione sportiva sull'operatività e sulle strategie del club rossonero.
Punti di vista
Luoghi comuni e pregiudizi sul Milan: i fatti innegabili che li smontano

Il tema dello stipendio dell'allenatore del Milan
—Primo luogo comune. "Il Milan americano non vuole spendere per un allenatore importante e non darà mai uno stipendio superiore ai 3 - 3,5 milioni di euro ad un tecnico". Troppo semplice rilevare come l'arrivo di Massimiliano Allegri smentisca in un colpo solo questi pensieri. Il tema però è più ampio. Si può sbagliare allenatore - è capitato anche a Silvio Berlusconi - ma non bisogna rimanere prigionieri del suo ingaggio. Al Milan, per fortuna, questo non è successo.

Il famoso "taglio" da 20....
—Secondo pregiudizio. "Il Milan americano prende solo giocatori dal taglio fisso, ossia da massimo 20 milioni di euro". Anche in questo caso, se limitiamo la nostra analisi soltanto agli ultimi 7-8 mesi, possiamo rilevare come il club rossonero abbia speso quasi 70 milioni di euro per due giocatori. Più precisamente 32 mln per Gimenez e 34 mln per Jashari. L'equazione spesa - resa non è ovviamente automatica, ma i fatti dimostrano come il Milan, se ci sono le possibilità, non rinuncia assolutamente a portare a termine delle operazioni finanziariamente importanti.
Il miglioramento della parte sportiva del club
—Terzo ed ultimo luogo comune. "Il Milan americano è disinteressato ai risultati sportivi perché pensa soltanto ai risultati economici". Più che un pregiudizio, questa può definirsi un'autentica bazzecola. In qualsiasi società i risultati sportivi sono il viatico principale per arrivare ai risultati economici. Senza risultati sportivi non è possibile pensare di migliorare i ricavi operativi del club. Il Milan, peraltro, negli ultimi mesi ha dimostrato concretamente di voler migliorare la propria area tecnica, prendendo un Direttore sportivo di esperienza e duttilità come Igli Tare e creando un filo diretto con Adriano Galliani - un signore che non ha bisogno di presentazioni - per rendere ancora più efficiente la gestione sportiva.
Le critiche sono sacrosante, soprattutto dopo annate negative. Attenzione, tuttavia, a non confondere la critica con le convinzioni e con i preconcetti pelosi.
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