L’EDITORIALE DI MAURO SUMA – Joao subito Felix

O ci sei o non ci sei. E se ci sei, ci sei subito. Santi Gimenez e Joao Felix l'hanno preso subito in mano il testimone della stagione e se lo sono tenuti stretto stretto fino al fischio finale dell'arbitro Piccinini. Glielo hanno passato i denti digrignati di Pavlovic, la crescita continua del giovane Musah (perchè è giovane, non dimentichiamolo) e quei due che sono tornati in pieno possesso di se stessi. Si quei due, quelli che vengono dallo Scudetto e che avevano smarrito profondità uno, Theo, ed elettricità l'altro, Tomori. Il popolo di San Siro è fatto così, O c'è o non c'è. Tu gli puoi portare chi vuoi dopo, ma se nel 2009 cedi Kakà in quel modo quei 15mila in meno allo stadio non ci sono più andati. Lo stesso oggi, meravigliosa la Supercoppa, ma i 12mila in più che hanno preso i biglietti per Milan-Roma tra  martedì e mercoledì lo hanno fatto perchè hanno fiutato aria nuova.

In campo a inizio primo tempo ci sono andati gli stessi della prima parte della stagione, tranne Walker, ma anche loro erano diversi. Hanno percepito la freschezza di un progetto nuovo che stava nascendo attorno a loro, hanno avvertito un entusiasmo diverso  da parte del popolo rossonero. Il popolo di sempre. Nel clima tossico da aria viziata che ristagnava da tempo nei discorsi attorno al Milan (ma finalmente potremo aprire le finestre), era passato il concetto che il club viveva i tifosi come clienti. Niente di più sbagliato. Per Zlatan i tifosi sono protagonisti, perchè fanno giocare meglio la squadra. Per Sergio i tifosi sono il primo giocatore della squadra. E' così, non torniamoci più sopra. Da oggi possiamo vincere, pareggiare o perdere, come può sempre capitare a tutti nel calcio, ma ci sentiamo più forti, anzi, e diciamolo, ci sentiamo forti. Grazie anche a giocatori come Kyle e Joao che sono un'altra cosa, di un altro livello, perchè vengono da un altro pianeta. Subito Joao, come a Bologna 2023 fu subito Pulisic. Avanti.