GENOA-MILAN 1-2

L’EDITORIALE DI MAURO SUMA – Il meglio “dopo” la partita

Editoriale
Editoriale: il Milan gioca male e vince, cose che accadono nel calcio quando un gruppo ha la sintonia giusta fra tutte le sue componenti.
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Non li avevamo mai visti così, come questa sera a Genova. Tutti in gruppo, tutti compatti, tutti uniti, tutti  motivati. Dal cooling break di Roma al gruppo affiatato di Marassi. In quel dialogo Mister-gruppo squadra tutti abbracciati a testuggine dopo la partita. E' stata l'immagine più bella di una brutta partita. Poco calcio, tanta pioggia, campo pesante e ruvido L'ambiente che voleva il popolo genoano, di tregenda e sofferenza contro i rivali rossoneri milanesi. E noi l'abbiamo subito, patito, tollerato a fatica. C'era aria di partita dall'infortunio facile, da fallo sistematico. Ci siamo difesi solidi e normali, siamo ripartiti imprecisi, senza linearità e fluidità. Poi la partita è andata per conto suo, gol preso in ripartenza come con l'Atalanta e rimonta arrivata senza cercarla con affanno, figlia degli episodi più che altro. Bene così.

Ma voglio tornare sull'immagine di fine partita, quella tutti abbracciati e tutti in gruppo. La squadra sa quanto è stata giudicata e quanto ha sofferto. La squadra conosce bene, perchè li vive ogni giorno, tutti i rimpianti e i rimorsi che ha nel petto. Sappiamo dove intervenire per migliorare, ha detto Geoff Moncada (la dirigenza presente e parlante, senza troppi conti e conticini sui presenti e sugli assenti, una volta per tutte) prima della partita. Ma in quell'abbraccio collettivo c'è tutta la fame che abbiamo nei confronti della finale di Roma. Tante rimonte, sì. Ma dobbiamo, parzialmente, rimontare in una partita, tutta una stagione. E per questo ogni cosa che facciamo è finalizzata a Roma. Abraham Bondo e Sottil hanno piccole cose? Precauzione, niente convocazione. E così via. Fofana ha dolore al piede? Stessa cosa, esce e rifiata. Per la gestione di Leao serve qualche minuto di più in panchina? Rafa sereno in panchina, capisce, condivide, entra bene e si abbraccia a metà campo con tutti gli altri dopo la partita. E' tutto sotto gli occhi di tutti, basta saperlo vedere.