Giornata molto intensa ieri, soprattutto davanti a Casa Milan. Giornata di sfogo popolare, di orgoglio sportivo ferito dagli errori stagionali e deluso dai risultati modesti. Giornata di conferma del sangue che scorre e della carne viva che anima la passione rossonera. Una giornata vera, viva, vibrante, intensa, partecipata, condivisa. Poi cone sempre accade in queste occasioni, si dicono e succedono tante cose. Ho letto considerazioni e opinioni su Franco Baresi. E' il Rossonero del secolo, è il Vicepresidente onorario, non un ruolo operativo ma di grande prestigio e significato. Ma questo è anche il meno. Franco è di fatto l'incarnazione del Milan, nelle due rughe sulle guance del suo volto sono scavate le gioie e i dolori della nostra vita che scorre, che sono poi le due anime della Storia rossonera. Il Milanismo non è creatura di oggi, è un modo di essere e di vivere che viene da lontano, e le scelte di vita, di sport, di carriera, di tutto, da parte di Franco Baresi, ne sono le fondamenta.
STAGIONE CHIUSA
Franco Baresi è l’incarnazione del Milan
La stagione è finita, ed è una buona notizia. Tanto snervante e lacerante questa stagione è stata, tanto quanto se ne accoglie la fine, finalmente e purtroppo allo stesso tempo. Finalmente, per raccogliere l'urlo di amarezza e di rabbia, di dolore e sconforto della piazza rossonera e per far tesoro degli errori commessi rimediandoli uno per uno. Purtroppo, per i tanti troppi vorrei ma non posso su cui si è arenata la squadra. come nel secondo tempo di Juve-Milan a Torino, a Zagabria, a Rotterdam, a San Siro con gli olandesi, a Roma in finale. Il dito puntato del popolo rossonero sulla proprietà e sui dirigenti non può, non deve essere e non sarà un paravento per nessuno. Il club le sue responsabilità le accetta e se le prende. Alle analisi obiettive, oneste e interiori di ciascun componente il gruppo squadra, tocca il resto. In tutti i momenti importanti di questa stagione, tranne i derby, non siamo stati squadra. Per essere squadra ci vuole mentalità h 24 e 7 giorni su 7 e tanta voglia di lottare, come, non banalmente e forse non casualmente, ha detto ieri sera Alessandro Florenzi.
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