milanistichannel editoriale milan Leao non può fare la prima punta: il falso mito di una narrazione inesatta

ATTENERSI AI FATTI

Leao non può fare la prima punta: il falso mito di una narrazione inesatta

leao-twitch-live-video-dichiarazioni-curva-sud-san-siro-milan
Allegri sceglie con fermezza Leao prima punta: una decisione che rompe un pregiudizio tattico e riapre il dibattito sul suo vero ruolo
Matteo Casini
Matteo CasiniRedattore 

La scelta di questa stagione di Massimiliano Allegri di proporre Rafael Leao come prima punta nel 3-5-2 del Milan ha diviso il tifo rossonero. C’è chi sostiene che il portoghese non abbia le caratteristiche per interpretare il ruolo centrale dell’attacco, chi teme una perdita di estro e fantasia per il giocatore e chi, semplicemente, lo giudica inadatto spinto da un racconto ormai sedimentato. Eppure la realtà, quella che si misura con la carriera calcistica di Leao, racconta tutt’altro.

L'inizio di carriera

—  

Rafael Leao nasce e cresce calcisticamente come attaccante centrale. Dalle giovanili dello Sporting Lisbona fino alle selezioni giovanili del Portogallo, ha sempre occupato la posizione di riferimento offensivo. Under 17, Under 19, Under 20 e Under 21 lo hanno visto agire al centro del tridente o come unica punta, con libertà di muoversi ma con compiti da attaccante puro. Il suo rapporto con la porta era quello di chi vive l’area come zona di appartenenza naturale.

[an error occurred while processing this directive]

Anche nei primi anni da professionista, Leao ha continuato a interpretare il ruolo da numero 9. Allo Sporting, prima dell’esplosione e della successiva partenza verso la Ligue 1, era lui uno dei riferimenti offensivi di una squadra giovane e verticale. Al Lille, sotto la guida di Christophe Galtier, giocava stabilmente da punta centrale, con alle spalle Pépé, Ikone e Bamba. Il Milan lo acquistò nel 2019 proprio per quel profilo: un centravanti modernissimo, tecnico, rapido e con capacità di attaccare la profondità.

I primi mesi al Milan

—  

Nella stagione 2019/2020, la prima in rossonero, Leao alternò il ruolo di prima punta a quello di esterno, ma la posizione più usata da Giampaolo prima e Pioli poi, era sempre quella centrale. Poi arrivò il cambio tattico decisivo. Nell’ottobre 2020, Stefano Pioli decise di fissare il 4-2-3-1 come modulo di riferimento. Ibrahimovic, punto di riferimento carismatico e tecnico, occupò stabilmente il centro dell’attacco e Leao fu spostato sull’esterno sinistro. Da quella posizione, con più spazio e meno marcature, il portoghese ha costruito gran parte della sua ascesa: dribbling, accelerazioni, giocate in isolamento. L’etichetta di “esterno” gli si è incollata addosso, ma a scapito della memoria collettiva.

Allegri

Cambio in corso

—  

Oggi, con Allegri, si torna a discutere di ruoli e funzioni. Il 3-5-2 del tecnico toscano prevede due attaccanti veri, capaci di alternarsi e muoversi in profondità. Leao può interpretare quella posizione con vantaggi evidenti. Più libertà negli spazi centrali, possibilità di attaccare la profondità senza partire da lontano e meno compiti difensivi. La sua velocità e la capacità di creare superiorità numerica possono diventare un’arma devastante se utilizzate a ridosso dell’area, non solo sulla fascia.

[Iscriviti al canale Whatsapp di Milanistichannel per leggere in anteprima tutte le notizie sul Milan. Entra a far parte di una famiglia rossonera]

Allucinazione collettiva

—  

Il problema, semmai, è di percezione. Nel calcio odierno, la definizione di “prima punta” è cambiata. Non serve più il centravanti statico che gioca spalle alla porta. Serve chi sa legare il gioco, attaccare lo spazio, muoversi tra le linee e creare soluzioni. Tutte qualità che Leao possiede e ha già mostrato in passato. Pensare che non possa farlo significa ignorare la sua carriera e la sua evoluzione tecnica e tattica.

Allegri, pragmatico come sempre, punta su logica e memoria. Sa che per un giocatore con la forza di Leao non serve ingabbiarlo in un ruolo, ma restituirgli centralità e responsabilità. E forse, proprio davanti alla porta, il portoghese potrà ritrovare quella fame che da qualche tempo sembrava persa.

Adesso quindi...

—  

La narrazione di un Leao “solo esterno” è comoda a primi impatto, ma imprecisa. È un’etichetta che non tiene conto della storia, dei numeri e delle caratteristiche reali del giocatore. Oggi, con un Milan che sta cercando sempre più nuovi equilibri e una guida offensiva stabile, tornare alle origini può essere la scelta più logica. Perché il falso mito di un Leao inadatto alla prima punta non regge più di fronte ai fatti. E forse, è proprio da lì che può ripartire il suo futuro del portoghese.