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La sconfitta contro l’Atalanta, a mio modesto avviso, non è una sconfitta tipica di questa stagione. A Napoli il Milan aveva perso dopo un primo tempo disequilibrato e sconnesso, cui aveva fatto da contraltare una ripresa di livello che però non è bastata a ribaltare il match.
Nella gara di ieri sera invece, il Milan per un’ora di gioco è stato squadra. Corto, compatto, logico, coerente nelle scelte. Sensato sia nel modo di difendere (con un 5-4-1 di sacrificio), sia nel modo di ribaltare il campo.
La partita, preparata bene, si è decisa su una serie di gravi errori di letture e di scelte da parte di alcuni giocatore del Milan in fase di non possesso.
Siamo al minuto 62. L'analisi tattica parte da quì. L’Atalanta sta facendo possesso palla dal basso. Non è una situazione di pericolo. Il Milan è in fase di controllo dopo i primi 15 minuti del secondo tempo nei quali la squadra rossonera avrebbe anche meritato di passare in vantaggio.
L’errore più grave lo commette il giocatore che dovrebbe farne di meno visto il ruolo che ricopre. Fofana sceglie, in maniera improvvida, di andare a pressare Ederson. Al momento in cui il centrocampista brasiliano riceve palla, la distanza fra lui e Fofana è troppo ampia.
Prima regola del pressing alto. Se vuoi applicare questo tipo di soluzione non devi sbagliare i tempi del pressing. Se per caso sbagli i tempi del pressing è tuo dovere commettere fallo perché devi percepire il pericolo.
Nel caso di Fofana i tempi del pressing erano talmente sballati che il giocatore francese non poteva nemmeno commettere fallo perché Ederson ha giocato il pallone in uscita ancora prima che Fofana gli fosse vicino.
Ci sono poi due giocatori (Pavlovic prima e Gabbia poi) che avrebbero dovuto leggere la situazione di pericolo creata dalla scelta sbagliata di Fofana. In questo tipo di partite, equilibratissime, concedere palle scoperte è inaccettabile. Prima Pavlovic e poi Gabbia avrebbero dovuto spendere un giallo ed anche tale valutazione rientra nell'ambito della nostra analisi tattica.
Successivamente al mancato fallo di Gabbia, l’azione diventa difficile da gestire e il gol di Ederson diventa soltanto una inevitabile conseguenza. Con una percezione del pericolo diversa, quell’azione non sarebbe esistita e forse oggi commenteremmo un altro risultato.
Su quest’aspetto il Milan deve alzare moltissimo il proprio livello di attenzione ai dettagli. Può farlo con il lavoro e magari inserendo nel proprio organico quella figura che manca da 3 anni, ossia un centrocampista difensivo.
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