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La fascia sinistra del Milan è tornata, e non ha intenzione di fermarsi.
Non c'era, però, un problema improvviso in quella zona del campo fino a poche settimane fa. Piuttosto, il rendimento della fascia sinistra del Milan non era più lo stesso delle stagioni precedenti. Non si trattava di colpe individuali, ma di una mancanza di connessione tra i reparti. Oggi, con Theo Hernández — spesso sotto la lente d'ingrandimento per le sue disattenzioni difensive — che può contare sulla solida copertura di Pavlović, sorprendentemente affidabile, il Milan ha ritrovato una dimensione più equilibrata. Il francese può concentrarsi quasi esclusivamente sulla spinta offensiva, senza temere di lasciare la retroguardia scoperta dopo le sue tipiche sgroppate.
Il modulo 3-4-3 (o 3-4-2-1), adottato da Sérgio Conceição nel finale di stagione, sembra pensato appositamente per esaltare la catena mancina rossonera, quella che da sempre viene ribattezzata Theão. Rafael Leão, liberato da compiti difensivi eccessivi, e Theo Hernández, meno vincolato tatticamente, sono le chiavi di volta di un Milan che, dopo mesi complicati, sembra aver trovato finalmente equilibrio e identità.
Pavlović ha portato in dote qualità, forza fisica e, soprattutto, quella cattiveria agonistica che è sempre mancata al Milan negli ultimi anni. Non sarà esteticamente raffinato nelle sue chiusure. Forse è ancora acerbo tecnicamente e mai raggiungerà un livello tale da sembrare quantomeno elegante, ma il difensore sa come difendere. E Strahinja ha dimostrato di farlo con ottimi risultati.
Con queste premesse, il Milan può affrontare il finale di stagione con rinnovato ottimismo. Puntando su una delle sue armi più letali: una fascia sinistra tornata finalmente a macinare gioco e risultati. Nella speranza che la corsa duri almeno fino al 14 maggio.
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