Quanto c'è di Allegri in questo Milan? No, aspetta a rispondere, riformulo. È merito di Allegri se il Milan è tornato ad alti livelli? Solo un pazzo risponderebbe no. Sicuramente alcuni calciatori hanno fatto la loro parte. Modric, Rabiot e Pulisic su tutti. Tuttavia i meriti di Allegri per aver riportato in alto il Milan sono tantissimi. Il livello dei difensori è aumentato vertiginosamente, ma soprattutto è aumentato in tutto, persino nella qualità in uscita palla dal basso, il grosso limite di Tomori e Pavlovic.
DI TUTTI E DI NESSUNO: UNA SQUADRA
Il segreto del Milan di Allegri: l’assenza di protagonismo

Il Milan adesso non prende praticamente più gol, prima del pari contro la Juve - che non vuol dire sconfitta o aver giocato male, precisiamolo - il Milan era riuscito a bilanciare difesa e attacco. Tanti clean sheet 5 su 7 gare e tanti gol, ben 14 gol fatti, 2 in media a partita. Inoltre, grazie ad Allegri, l'ambiente è sereno, regna il silenzio durante le settimane e anche la squadra, quando è in campo, è meno nervosa. I giocatori sanno cosa fare, quando attaccare, quando difendere e quando rallentare il gioco.
Dopo sole 7 partite se un verdetto sulla squadra è impossibile darlo, un verdetto su Allegri può essere già scritto. Max è stata la scelta giusta per la panchina rossonera.
Le stelle Pulisic, Rabiot e Modric, ma è tutto diverso
—Se c'è però ancora altro da dire su questo Milan Allegriano, l'ultima cosa che rispecchia ancor di più dopo la vittoria contro il Napoli e il pari contro la Juve è che questa squadra sembra essere di tutti e di nessuno. Il Milan non ha più un protagonista al quale aggrapparsi. Prima Ibra e Kjaer, poi Tonali, Giroud, Theo e Leao, poi Reijnders, mentre adesso... Il valore individuale, quello economico non conta nella composizione di una ''Squadra'', il Milan le stelle ce le ha anche quest'anno. C'è Pulisic, c'è Rabiot e c'è Modric, inoltre ci sono ancora Maignan e Leao, ma è comunque un Milan diverso rispetto a quello del passato. Non è più un Milan che vuole mettere i propri calciatori in copertina, ma la squadra è composta da calciatori che hanno l'interesse a mettere il Milan stesso in primo piano.
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Milan, la ricerca di un gruppo sano
—Quest'estate, durante il mercato, quante volte è emerso il concetto di un Milan che avrebbe puntato alla creazione di una squadra? Meno colpi a effetto, più acquisti concreti e mirati per la formazione di un gruppo sano. Un gruppo sano che l'anno scorso non lo era affatto. Tutto questo porta a pensare ad alcuni addii, ai tanti prestiti che non sono stati riscattati, a giocatori che non hanno saluto o ringraziato il club. Poi, però, non può che tornare alla mente anche il messaggio d'addio di Theo Hernandez:
"La decisione che ha preso il club e alcune decisioni recenti non rispecchiano i valori ne l'ambizione che mi hanno portato qui"
Il Milan degli anti-Theo?
—Con quel messaggio Theo ha voluto sostenere indirettamente che ci sarebbe rimasto non è sarebbe stato ambizioso e non avrebbe rispecchiato i giusti valori, non avrebbe avuto voglia di vincere. Poi però, dopo aver pensato a quelle dichiarazioni, a quel post instagram, non può che risalire alla mente l'esultanza di Modric al 97º contro il Napoli a San Siro. Non può risalire alla mente il fatto che Allegri l'abbia vista e rivista più volte. E poi da questi, ormai tutti, ricordi, torniamo alla realtà. Dal messaggio di Theo si evince che Allegri, Rabiot, Modric e tutto il Milan quest'anno non vogliano vincere e siano senza quei valori che hanno reso grande il club nella storia. Quel messaggio non è più da commentare, è acqua passata, ma riprendendolo è giusto far emergere un altro concetto:
il Milan dello Scudetto 2022 è nato dagli addii di Donnarumma e Calha, chissà che il Milan di Allegri 2025 possa...
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