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Dalla pagina Facebook di Roberto Beccantini -
Nel sabato dei mani-comi riaperti (Carboni al Dall’Ara, rigore pro Bologna; Joao Mario al Bentegodi, penalty pro Hellas), e dopo il 4-3 zemaniano all’Inter e il 4-4 surreale con il Borussia, dalla lotteria Tudor esce un trafficato e tribolatissimo 1-1.
45 minuti senza mordere, e rischiato tanto, tantissimo, nel secondo, quando le staffette di Igor hanno spolpato il centrocampo e moltiplicato punte e puntine. I pugni del reattivo Di Gregorio, il 2-1 di Serdar annullato per fuorigioco, i contropiedi di gruppo, con Orban e Giovane calabroni fastidiosi. Del Verona ho apprezzato la birra delle punte e la corazza di Unai Núñez, oltre alla volontà basica di non mollare mai. A maggior ragione, contro una squadra che, per tutta la ripresa, sembrava una Signora scarmigliata e struccata.
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Udinese-Milan 0-3 (Pulisic, Fofana, Pulisic). D’accordo, la complicità di Sava (e, ad aprile, il 4-0 del Milan di Sergio), ma che bel Diavolo: aggressivo e per nulla remissivo. Con Modric, ovazionato, a seminare, e Pulisic, recuperato, a raccogliere. Allegri, squalificato, gongola: la difesa migliora, come certificano i picnic fuori mura dei pivottoni friulani, Estupiñán pure, Rabiot idem. In attesa di Leao. E di un centravanti: Nkunku?
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