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Manca poco, e finalmente si saprà quale sarà stata la scelta del Milan in merito al nuovo Direttore Sportivo.
Dopo settimane di nomi altisonanti e altri lanciati a caso, giusto per smuovere le acque di un mare già piuttosto agitato,la rosa dei candidati che a Casa Milan stanno vagliando si sta assottigliando sempre di più.
Ora che i nomi in circolazione si stanno riducendo, ci si augura che non emergano nuovi tentativi di inserire profili mai realmente contattati o considerati dalla dirigenza del Milan. È il caso, ad esempio, dell’ex talento portoghese Rui Costa, emerso ieri senza alcun fondamento.
Infatti, nella serata di ieri, quasi a sorpresa, è emerso anche il nome di Manuel Rui Costa in questo fantomatico casting. L’indimenticato campione d’Europa nel 2003 con il Milan e attuale presidente del suo amato Benfica. Possiamo dire, senza timore di smentita, che si è trattato di una vera e propria boutade: nessun fondamento, nessuna logica, nessuna base reale.
In molti sostengono con certezza che oggi – così come ieri, o forse domani – possa essere il giorno decisivo per la scelta. Igli Tare è indicato quasi all’unanimità come il principale, se non l’unico, candidato alla posizione dirigenziale vacante nell’organigramma rossonero.
Alcuni si spingono oltre, arrivando addirittura a indicare il nome del futuro allenatore del Milan. Il tutto senza alcun riguardo per l’attuale tecnico, Sergio Conceição, che non solo non ha ancora concluso la stagione, ma si sta anche giocando un obiettivo importante come la Coppa Italia.
Dunque, manca solo il nome, ma il ruolo è chiaro: sarà il responsabile dell’area sportiva e non avrà compiti che escano da questo perimetro. È utile specificarlo, vista la quantità di domande (e risposte fuorvianti) che circolano e contribuiscono a confondere la realtà dei fatti.
D’altronde, il ruolo di un Direttore Sportivo è chiaro e definito in ogni società. Nessuno si sognerebbe di metterne in discussione i confini, né tantomeno di ipotizzare che possa sovrastare altre figure dirigenziali o addirittura la società stessa. Perché, allora, proprio al Milan questo principio elementare viene costantemente messo in dubbio?
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