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DUE NEGATIVISMI

Il negativismo di Ibrahimovic, il negativismo di Santiago Gimenez: due mondi opposti

Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 
L'analisi su Santiago Gimenez e l'ombra di negativismo che pervade l'animo dell'attaccante messicano. Il confronto con Ibrahimovic
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Se doveste trovare un neo a questo Milan di Allegri, quale sarebbe? In questo momento se c'è qualcuno che all'interno del Milan non ha ancora beneficiato della cura di Max, questo sembrerebbe essere Santiago Gimenez. L'attaccante messicano si è sbloccato in Coppa Italia contro il Lecce, ma al di là del gol, vi ricordate una sola azione decisiva, conclusa positivamente dal Milan, dove tra i protagonisti c'era proprio El Bebote? 

Il messicano ha avuto spazio, fiducia, sostegno. Allegri lo ha difeso più volte, i tifosi lo hanno supportato dopo la soap opera di mercato degli ultimi giorni. Eppure, tolto il gol arrivato a fatica, Gimenez sembra scivolare via dalle partite. Non resta in mente a nessuno un controllo, un suo movimento, un lampo avuto in queste prime 7 giornate di Serie A. 

Gimenez e il peso della sua ombra

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È come se Gimenez si portasse dietro un’ombra, un peso che nessuno gli ha imposto se non lui stesso. La passata stagione, dopo una vittoria contro il Venezia fuori casa, Conceicao raccontò un dettaglio rivelatore sul carattere di Santi. Gimenez era triste, deluso dalla sua prestazione, nonostante il Milan avesse vinto e lui avesse trovato il gol. In altre parole: dentro la gioia generale, lui riusciva a vedersi solo attraverso i propri errori.

Eppure l'esempio per uscire dal guscio, per cambiare, per ricominciare da capo Gimenez c'è l'ha a pochi metri di distanza. E no non si tratta di Allegri, ma di Zlatan Ibrahimovic.

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Ibrahimovic e il lato oscuro come una benzina

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Anche Zlatan, per anni, ha vissuto immerso in un mare di critiche, polemiche, pressioni. Le trasferte erano spesso pesanti da sopportare, ma Ibra non è rimasto schiacciato, anzi, tutto il negativismo l'ha trasformato in benzina. 

Zlatan non pensava negativo, ma voleva essere avvolto dal negativismo, lo desiderava. "Speriamo che fischiano, così mi sento vivo"- è l'ultima delle centinaia di frasi iconiche pronunciate da Zlatan prima di un Roma-Milan del 2021. 

Più lo attaccavano, più cercava il modo per ribaltare il giudizio. Si caricava di quell’energia contraria per diventare più forte, più ostinato, più dominante. La negatività non era un muro, era un trampolino.

 

Le attitudini nel calcio: le differenze ad alti livelli

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Ecco che qui si aprono i due scenari. Nel calcio come nella vita l'attitudine è la base per i successi e le vittorie. Chi ha un'attitudine positiva va avanti, chi ha un'attitudine negativa no. Poi però ci sono alcune eccezioni. Poi però ci sono due tipi di negativismi. Uno di Zlatan, quello attivo, quello che sa di sveglia per ''cucinare'' il proprio futuro e poi c'è quello passivo, che in questo momento pervade l'animo di Gimenez.

Santi oggi sembra muoversi lì. Non riceve critiche feroci dall’ambiente, non ha un contesto che lo mette alle corde come spesso lo aveva Zlatan. Anzi, San Siro lo sostiene, Allegri lo coccola, il club lo aspetta, ma è proprio lì, paradossalmente. 

Il messicano sembra che il suo negativismo se lo stia costruendo da solo, lo abita come se fosse una stanza buia da cui non riesce a uscire.

Perché Gimenez e Ibra?

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Il legame tra i due non è casuale. È stato proprio Ibrahimović a volere Gimenez in rossonero, a presentarlo ai tifosi durante il derby dello scorso febbraio. Santiago lo ha sempre guardato come uno dei modelli, un maestro. Ed è forse qui che il cerchio si può chiudere: non nei consigli sullo stop di petto o sulla girata al volo, sul dribbling, sul controllo, ma su come affrontare il proprio lato oscuro.