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di Franco Ordine -
Non è il primo caso quello di Lookman e non sarà nemmeno l’ultimo della serie. Quando si verificano rivolte clamorose come quella dell’attaccante atalantino accadono, puntualmente, due reazioni di segno opposto: i tifosi del club “abbandonato” protestano e firmano striscioni velenosi contro il loro ex beniamino, quelli del club prescelto dal ribelle invece lo inondano di “dai”, “forza”, “bravo” pur di averlo con la loro maglia.
È successo con Koop che si spinse fino ai certificati medici per far sapere di voler partire per la Torino juventina cosa accaduta il 31 agosto dello scorso anno.
E' successo - senza strappi clamorosi e senza strilli- anche a Jashari finalmente libero di lasciare il Brugge e volare nella Milano rossonera, sta succedendo con Lookman che ha disertato Zingonia. La verità di fondo è una sola: i proprietari dei cartellini, pagati dai club, restano i calciatori stessi e i loro agenti che decidono, secondo il proprio tornaconto, quando e dove spostarli e quando invece chiudere l’esperienza a fine contratto per incassare ricche commissioni.
In controtendenza rispetto a questo andamento del calcio mondiale, c’è l’accordo appena sottoscritto da Lega Serie A e sindacato calciatori secondo il quale in caso di retrocessione in serie B è prevista una riduzione di stipendio del 25%. È una svolta storica, primo segnale di un virtuoso ravvedimento della categoria.
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