“Magari tornasse il Galliani”…. l’umoralità dei giudizi a distanza di 10 anni

Il tempo è sempre galantuomo. Dieci anni fa, di questi tempi, nelle discussioni generali, c'era un tema ricorrente. Adriano Galliani era il male del Milan, il problema numero uno, quello che teneva in ostaggio il club con la sua buonuscita. Passare dalla cronaca alla storia - per citare una sua vecchia definizione al tempo del passaggio di proprietà da Fininvest alla cordata cinese - è stato molto utile per Adriano Galliani.

Lo scorrere del tempo ha ridato valore ai trionfi e agli anni belli. Ha tolto polvere dalle emozioni, ma soprattutto ha permesso a tanti di trovare qualche altro capro espiatorio su cui sfogare i propri malumori. Soprattutto a coloro i quali vedevano in Galliani il principio di ogni male.

Nelle ultime ore si rincorrono le voci di un possibile ritorno di Adriano Galliani al Milan, stavolta nelle vesti di Presidente del club. In questo articolo non c'è alcuna volontà di dare risalto a quest'indiscrezione. Sul nostro sito abbiamo già spiegato dettagliatamente come un eventuale cambio di presidenza abbia tempistiche medio-lunghe. Non è questo il tema di giornata però.

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Gli umori del calcio e la logica errata del capro espiatorio

La riflessione naturale è un'altra: il tempo cambia tantissimo gli umori che muovono le opinioni. Colui che qualche anno fa veniva individuato come il colpevole di qualsiasi evento negativo riguardasse il Milan, oggi viene rimpianto, adorato, issato a simbolo di milanismo e di competenza. "Magari tornasse il Galliani" - scrivono in buonafede tanti tifosi rossoneri sui social.

Bello leggere quest'affetto per chi ha dedicato 31 anni della propria vita al Milan, facendo cose buone e commettendo inevitabili errori, ma sempre con una passione ed una serietà professionale di altissimo livello. Nello stesso tempo tuttavia, è impossibile non riflettere sulla volubilità delle opinioni e dei giudizi.

Galliani è sempre lo stesso dirigente: sono cambiati i giudizi

Oggi, soltanto dieci anni dopo, Galliani sembra quasi il salvatore della patria. Qualche anno fa, per tanti, era il mostro da allontanare da casa Milan. La logica del capro espiatorio, in tutti gli sport di squadra, è da sempre nemica della ragione e del buonsenso.