Perché Camarda non può essere la riserva di Gimenez? Se è forte, va lanciato
MILAN, ITALY - MAY 24: Francesco Camarda of AC Milan looks on during the Serie A match between AC Milan and Monza at Stadio Giuseppe Meazza on May 24, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)
Il Milan non disputerà le coppe europee nel 2025/2026, e nella migliore delle ipotesi giocherà 47 partite ufficiali. In un calendario così, ha davvero senso cercare fuori la riserva di Gimenez? Camarda, classe 2008, merita spazio reale.
Santiago Gimenez è a oggi il centravanti di punta del Milan. Arrivato a febbraio 2025, sarà il riferimento offensivo per la stagione 2025/2026. Ma nessun titolare può reggere da solo un’intera annata. E allora: perché Francesco Camarda non può essere la sua riserva?
Camarda può essere la riserva di Gimenez? Sì, e con spazio concreto
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Il classe 2008 ha già esordito in Serie A e ha mostrato, in Primavera, con Milan Futuro e con le Nazionali giovanili, numeri da predestinato. È pronto per stare con i grandi. E forse lo è più di molti rincalzi d’esperienza che vengono acquistati solo per fare numero.
Nella migliore delle ipotesi, 47 partite: il contesto ideale per farlo crescere
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Senza Champions League, Europa League e Conference League, il Milan disputerà al massimo 47 partite ufficiali: 38 in campionato, la Coppa Italia (fino all’eventuale finale del 13 maggio 2026) e la Supercoppa Italiana a 4 squadre.
Un numero che consente una rotazione razionale, meno frenetica rispetto a una stagione con gli impegni europei.
ROME, ITALY - MAY 14: Santiago Gimenez AC Milan reacts during the Coppa Italia Final match between AC Milan and Bologna at Stadio Olimpico on May 14, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Ecco perché l’idea di affidare il ruolo di vice-Gimenez a Camarda non è solo logica, è strategica. Non servirà giocare ogni tre giorni, ma ci saranno spazi veri per una punta alternativa.
Camarda può fare molto più che 10–12 presenze
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Con 47 partite da giocare nella migliore delle ipotesi, Camarda può tranquillamente superare le 20 presenze stagionali, tra titolarità in Coppa Italia, spezzoni e non solo in Serie A e inserimenti graduali.
Non si tratta di dargli un premio simbolico, ma di riconoscerlo come parte attiva della rosa. Perché tecnicamente è pronto, fisicamente è cresciuto, e mentalmente ha già affrontato la pressione dell’esordio.
Se è forte, si lancia: il calcio moderno non aspetta
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L’età non è più un alibi nel calcio moderno. Se sei forte, giochi a qualsiasi latitudine e longitudine. Lamine Yamal e Franco Mastantuono, entrambi nati nel 2007, lo dimostrano ogni settimana. Camarda non è ancora a quel livello, ma può iniziare un percorso simile: non perché sia un 2008, ma perché ha qualità vere che meritano spazio.
Il Milan ha bisogno di costruire il futuro partendo dal presente. E lanciare per davvero un talento del vivaio, in una stagione meno affollata del solito, è il momento perfetto per farlo.
Il Milan sa crescere i giovani: ora serve il passo definitivo
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La società ha già dimostrato di saper gestire i giovani con equilibrio. Ma Camarda non può essere gestito come un semplice progetto a lungo termine: è già un’opzione valida adesso.
Inserirlo in modo graduale, accanto a un centravanti solido come il Bebote Gimenez, è il contesto ideale. Serve solo il coraggio di scegliere la strada della crescita interna, invece di affidarsi ancora a rincalzi anonimi.
Camarda è un’opportunità, non un rischio
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Il Milan ha davanti una stagione senza coppe europee e con un calendario più gestibile: 47 partite al massimo. In questo contesto, Camarda è una soluzione perfetta. Ha talento, ha fame, ha la maglia cucita addosso ed è un giovane vecchio cuore rossonero.
Se il Diavolo vuole davvero tornare a puntare sulla linea verde con coerenza, questa è la stagione per farlo. E Camarda è un nome su cui fare affidamento senza tanti giri di parole.