Analisi freddissima

Fonseca e la festa rovinata dalla tossicità

Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 
Attriti, divergenze, comunicazioni effimere, contestazioni dei tifosi. Ovunque la si vuole vedere, da tutti i lati, nel Milan c'è qualcosa che non va

Il Milan sta vivendo uno dei momenti più bui della sua storia e non per un pareggio 0-0 contro il Genoa nel giorno dei suoi 125 anni di storia dinanzi alle tantissime leggende del Diavolo presenti a San Siro.

Il Milan sta vivendo il suo momento più triste perché nell’aria si percepisce che non ci possa essere almeno in questa stagione, ma anche in avanti, una svolta e non tanto dal punto di vista della classifica, dell’ambizione e dei trofei, ma proprio dal punto di vista di un ambiente ormai quasi tossico in tutti i sensi.  

La tossicità, i tifosi, il Milan, l'ambiente

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É proprio il parlare di Milan anche in un bar che rende quel momento un momento tossico: c'è chi si rattrista, chi fa polemica, chi è svuotato di sogni e speranze e chi critica in modo costruttivo, ma il sunto finale resta sempre uno: "E adesso che si fa...?"

Se i tifosi pensano che squadra e allenatore, al di là del gioco, al di là delle prestazioni, non debbano essere intaccati da un loro attrito verso la società, il comportarsi come ci si sta comportando, anche se in modo pienamente legittimo, rischia di danneggiare un progetto, un allenatore e dei giocatori che hanno deciso di rimanere al Milan nonostante tutto. Nonostante forse quella consapevolezza di non vincere nell’immediato.

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Queste polemiche che risuonano nella testa di tutti, come pensate che non possano risuonare fortemente nella testa anche dei giocatori? Allo stesso tempo come pensate che anche i giocatori con tutto questo ambiente tossico riescano a vincere ed essere contenti?

La vittoria quando e se arriva viene percepita come un "Meno male oggi non c’è nulla da criticare" e alla lunga con questo pensiero non si vincerà mai un trofeo.

Con questo voglio dire che la tossicità non è data dai tifosi, anche perché ripeto: "Hanno pienamente il diritto di contestare e contestare liberamente come vogliono".

La tossicità è dovuta alla percezione di un Milan da parte di tutti. Dai tifosi alla Curva, passando per i giocatori, l’allenatore, la dirigenza e ognuno di queste figure è pienamente consapevole che si sta vivendo un momento complicato. Il problema è che con  questa tossicità il rischio è che non si abbia neppure il pensiero di capire come svoltare, perché la tossicità ha fagocitato anche la costruzione di un futuro per il Milan.

Quindi arriviamo alla domanda principale di questo discorso. Da dove viene questa tossicità?

La tossicità viene dagli attriti tra gli ex dirigenti e la società, tra i dirigenti e gli allenatori, tra i dirigenti e i giocatori e ancora... tra gli allenatori e giocatori. Infine sì, ci sono anche le critiche da parte degli stessi tifosi agli stessi dirigenti per più e più tempo. E ribadisco critiche legittime. 

Non è oggi che l'ambiente Milan sia esploso di rabbia. In tante diverse occasioni negli ultimi due anni e mezzo ci sono stati momenti in cui si percepiva un cambiamento proprio  verso questa direzione che, ahimè ci troviamo a raccontare e a vivere.

Quello che manca al Milan

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Tre stagioni fa si è vinto uno scudetto, due anni fa il Milan è andato in semifinali di Champions League battendo un Napoli che stava dominando la Serie A, ma quel percorso virtuoso è stato fatto grazie ai giocatori? 

C'è qualcuno che crede che la squadra di 3 stagioni fa era più forte di quella attuale? Quello che è venuta a mancare è l'umanità; lo stare insieme, il creare un affetto, un gruppo.

Non che il gruppo non ci sia, perché tra i giocatori ci si vuole bene. Non c’è attrito non c’è odio non c’è polemica non c’è tensione all'interno della squadra.

Il gruppo che intendo io, in realtà è tutto l’ambiente. Vedere dei dirigenti contenti con i tifosi, dei tifosi contenti con i dirigenti, contenti con l’allenatore, contenti con i giocatori E ancora... vedere dei dirigenti contenti con l’allenatore, contenti con i giocatori...

Se si vuole vincere, l’intero ambiente Milan, quando parla di Milan deve essere contento ed è questo quel che manca. Non è stato creato un gruppo in questo senso.

Pioli e Fonseca, umanità e lavoro

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Azzarderei anche a una mancanza di umanità nel lavoro di Fonseca e qui c'è da sottolineare un concetto per evitare che vengano travisate le considerazioni. L'umanità la si vede in piccoli gesti, che Pioli aveva, ma usava in eccesso. E anche questo bisogna rimarcare, perché se si perde un derby, 6-1 come l’ha perso Pioli, i giorni dopo non si fa una grigliata a Milanello o non si mandano i giocatori a riposo e non ci si allena. 

Quei messaggi erano sbagliati anche se Pioli aveva percepito che l’unico modo per rialzare il gruppo era quello di far vivere un momento di tranquillità, un momento di spensieratezza per non appesantire l’ambiente. Ci sono stati però troppi momenti di spensieratezza con Pioli negli ultimi due anni e poco lavoro e in certe occasioni tutti lo hanno notato.

Con Fonseca, invece, si è ribaltato tutto: tanto lavoro e pochi o nessun momento di "tranquillità". Ecco, diciamo che sarebbe servita una via di mezzo.

L'umanità che è venuta a mancare è nei dettagli del quotidiano e volendo fare un esempio, la differenza di tatto tra Pioli e Fonseca la si nota nel come si vive il pre-gara. Pioli vicino, in campo, ai giocatori, Fonseca lontano. 

So che una cosa del genere non può essere il problema di quel che sta accadendo a tutto il Mondo Milan, ma adesso provate a immaginare che questo genere di piccolezze, se fatte più volte, tutti i giorni, in situazioni diverse e in più ambiti, generino un problema enorme. Un problema, anche difficile da percepire concretamente.

Qualsiasi dettaglio fa la differenza per creare un gruppo e se il Milan dovesse rimettere al centro tutti i dettagli, qualcosa si potrebbe risollevare.

C'è, però, anche da dire che non è facile risollevare questo Milan, quindi i tifosi fanno benissimo a contestare, ma nel momento in cui la società decide e comunica di voler riprovarci, avendo capito l’errore, avendo rimesso al centro i dettagli, gli stessi tifosi devono anche cessare di far polemica.

Bisogna evitare che anche un briciolo di tossicità resti ancora al Milan, e non per il bene della dirigenza, ma per il bene di una squadra che si tifa e di cui ci si sta male nel vederla così. Tutto per il bene del Milan.