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Troppe norme, troppi divieti

L’eccessivo dirigismo di UEFA e FIFA è il vero freno alla crescita dei club

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Da quasi 20 anni il calcio è ostaggio di troppe regole e divieti; l'esagerato dirigismo di UEFA e FIFA è il problema principale...
mbambara
mbambara Vice direttore 

Si è arrivati ad un approdo di portata storica: per la prima volta due partite di campionati nazionali saranno giocate all’estero. Milan-Como si disputerà a Perth, in Australia, mentre Villarreal-Barcellona si giocherà a Miami, negli Stati Uniti. L’UEFA ha sbloccato la situazione con una decisione che il Presidente Ceferin ha definito "sofferta e eccezionale”, specificando che “non deve essere considerata un precedente". Nelle parole usate da Ceferin si può cogliere un modo di pensare decisamente dirigista da parte di uno dei due massimi organi del calcio europeo. Da quasi un ventennio ormai, questa è la strada intrapresa, soprattutto dall’UEFA che, dapprima con il fair play finanziario ed ora con questa smania di controllo sulla disputa delle partite dei campionati nazionali, non sta dando una bella immagine di sé. Si tratta di una forma di dirigismo folle ed esagerato.

Ceferin stadi

Normative e divieti, le due facce del dirigismo dei vertici del calcio

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Il problema è sempre il medesimo e con un duplice risvolto: l’eccesso di regolamentazione e la fioritura di divieti, due facce terribili della stessa medaglia. Gli organi più alti del calcio dovrebbero abbandonare l’idea della regolamentazione ferrea e dei divieti posti per il bene dei tifosi. Le società sono club privati che, se si mettono d’accordo per disputare una gara all’estero, dovrebbero poterlo fare senza alcuna opposizione.

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Nella seconda decade degli anni 2000, Michel Platini, presidente UEFA dell’epoca, pensò che un sistema di regole finanziarie potesse rendere più “democratico” il calcio. Nacque il fair play finanziario. Con esso sono arrivati risultati completamente opposti alle intenzioni. I club ricchissimi hanno continuato a crescere, mentre i club che potevano diventare più ricchi si sono visti tagliare le ali da una “normativa steccato”. Altro che calcio più democratico. Morale della favola: ogni volta che coloro che governano il calcio pensano di fare il bene del calcio con normative e divieti, quasi sempre l'effetto ottenuto è quello contrario.

Nonostante l’eccezione concessa dall’UEFA con l’ultima decisione, il divieto attuale sulle trasferte all’estero resta uno stop alla crescita finanziaria dei club. UEFA e FIFA temono che le società possono trovare nuove fonti di ricavo e rendersi, magari, meno dipendenti rispetto ai ricavi della Champions League. Da qui nascono divieti e regolamentazioni capziose utili a rafforzare il dirigismo dei massimi organi del calcio. In realtà, l’unico divieto sensato, sarebbe quello sintetizzato dal motto “vietato vietare”.

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