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L’Italia mediatica è davvero una Nazione ai confini del metafisico. Prendi un martedì sera di marzo di Champions League senza squadre italiane in campo santificato da un gol dell’ex MilanBrahim Diaznel derby di Madrid, shakera con la solita lagnosa narrazione e il gioco è fatto.
Sì, perché oggi in tanti pontificano sul numero 21 del Real che fa il bello e il cattivo tempo agli ordini di Carletto Ancelotti… Gli stessi che magari qualche primavera fa, non una Banter era fa, lo definivano “un mezzo giocatore” e non il “Messi malagueño”.
Una semplice riflessione per ribadire come, con singolare tempismo, l’Ambiente venga costruito ad arte da una certa fetta di media, caldo o freddo che sia, per fini misteriosi…
Pensate se l’ottimo Brahim avesse giocato nel Milan con la quarta maglia che tipo di analisi sarebbero state tirate fuori… Altro che poco decisivo nella stagione dello Scudetto pioliano...
Attaccare e criticare una squadra e un club è legittimo, ma ogni tanto sarebbe il caso di trovare contenuti e temi più originali nel minestrone quotidiano fatto di storielle trite e ritrite. Invece, con proverbiale puntualità, al vecchio e decrepito Diavolo viene fatta 25 ore su 24 una radiografia non proprio lucida. Chissà perché…
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