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Il centravanti “bambino”: non è sbocciato l’amore fra Gimenez e il Milan

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mbambara Vice direttore 
Santiago Gimenez era arrivato in rossonero con presupposti diversi: dopo quasi un anno però il Milan si ritrova un centravanti bambino...
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Ha suscitato non poche polemiche l’uscita intempestiva di Santiago Gimenez che, nella notte fra il 4 ed il 5 di novembre, ha vergato un post sui social nel quale ha annunciato che era costretto a fermarsi per un problema alla caviglia. Il centravanti messicano inoltre ha spiegato come questo problema fisico lo avesse condizionato nel rendimento degli ultimi mesi.

I dubbi sull'infortunio...

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Tante, troppe domande da porsi, anche se è stato lo stesso Max Allegri alla vigilia di Milan-Roma a parlare dell'infortunio alla caviglia di Santi. Il tema dei temi: su che base scientifica il centravanti messicano ha attribuito il proprio rendimento negativo degli ultimi mesi a questo fastidio alla caviglia di cui nessuno si era mai accorto? Di tutto questo, nulla è dato sapere.

Costo importante, resa discutibile per Santiago Gimenez

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Il centravanti messicano è arrivato al Milan alla fine del mese di gennaio, ossia soltanto 9 mesi fa. Si era presentato bene, ma presto le sue prestazioni erano andate scemando sul piano della determinazione e sul piano del contributo tecnico.

Il Milan ha speso oltre 30 milioni di euro per assicurarsi le sue prestazioni sportive e, possibilmente, i suoi gol. In terra olandese Santiago Gimenez aveva fatto molto bene in tal senso, ma la Serie A è tutto un altro mondo.

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Il centravanti bambino...

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La netta sensazione che attanaglia tanti tifosi rossoneri è quella di essersi assicurati un centravanti bambino. Non nel senso dell’età anagrafica, perché a 24 anni non sei più un giovane calciatore, bensì un uomo fatto e finito. C’è però un dubbio legittimo sulla sua maturità/immaturità e sul temperamento ballerino di un ragazzo che fatica ad avere una credibilità comunicativa perché affida troppo spesso al papà qualche pensiero non per forza appropriato alle circostanze.

Il Milan aveva bisogno di un centravanti uomo e si ritrova ad oggi con un centravanti bambino, che fatica a sfogare in campo rabbia a frustrazione e corre, ad ogni piè sospinto, a nascondersi sotto la gonnellina del genitore/portavoce. Questo contesto, decisamente singolare, non contribuisce ad aiutare il feeling fra due mondi che sembrano inadatti alla comunicazione: quello professionale del Milan e quello fanciullesco, finanche fiabesco, di Santiago Gimenez.

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