Nella giornata di ieri ho voluto affrontare il tema degli infortuni in nazionale dei giocatori tesserati nei club. Ho quindi esaminato quello che, in gergo legale, è definito obbligo di rilascio. Sostanzialmente, i club sono obbligati a rilasciare i giocatori che vengono convocati dalle rispettive nazionali. Esiste infatti una normativa della FIFA che, se violata, può determinare sanzioni pesanti. Ai giocatori ed anche ai club. Premesso ciò, il tema odierno è diverso, ma strettamente connesso. La domanda che molti si pongono è la seguente: è giusto che i giocatori durante la stagione debbano essere convocati dalle rispettive nazionali? Ovviamente la risposta è negativa. Non è corretto quanto avviene da molti anni a questa parte e, oggettivamente, soltanto una modifica del calendario internazionale potrebbe risolvere una situazione decisamente complessa.
Soluzioni e prospettive
Calendario internazionale da riformare: unica via per evitare il contenzioso

Una soluzione ragionevole: abolire le soste per le nazionali
—Da molti anni ormai ci sono quattro pause per le nazionali durante la stagione sportiva. Ciò significa ben quattro cambiamenti di metodologie di lavoro per i giocatori e, in molti casi, anche cambiamenti rilevanti sul piano del clima. I giocatori sudamericani, asiatici e africani sono infatti costretti a viaggi di tante ore.
Ha senso continuare in tal modo? A mio avviso sarebbe molto più ragionevole riformare in maniera credibile il calendario internazionale. Molto intelligente sarebbe, all'uopo, far concentrare le partite delle nazionali in un periodo specifico che va da maggio a giugno, in modo tale da consentire ai club di avere a disposizione i propri giocatori durante tutta l'annata agonistica.
[Iscriviti al canale WhatsApp di Milanisti Channel per leggere in anteprima tutte le notizie sul Milan. Entra a far parte di una famiglia rossonera].

E se qualche club, prima o poi, ponesse la questione sulla legittimità della normativa sull'obbligo di rilascio?
—Il tema qui affrontato ha valenza sportiva ma possiede persino valenza giurisprudenziale. Non è irrealistico pensare che, prima o poi, qualche club sollevi la questione dell'attuale normativa FIFA dinanzi ad un Tribunale. I club che non possono negare la convocazione in nazionale ai propri tesserati sono infatti legati ad essi da un vincolo contrattuale per il quale corrispondono, annualmente, lauti ingaggi ai giocatori.

Cosa succederebbe se un tribunale dichiarasse illegittima la normativa FIFA sull'obbligo di rilascio in quanto inapplicabile a contratti privati? Probabilmente sarebbe una nuova sentenza Bosman. Cambierebbe tutto e, forse, inizierebbe a scricchiolare il potere assoluto della FIFA. Ad oggi questo è uno scenario meramente immaginario, ma se in futuro proseguiranno queste forzature, il rischio è che si possa arrivare ad un punto di non ritorno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA