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“Pecunia non olet”, un brocardo valido per tutti, non solo per i giocatori

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Quando i calciatori chiedono contratti importanti, l'approccio è quello di Vespasiano, "pecunia non olet". Se lo applicano i club invece...
mbambara
mbambara Vice direttore 

Il tema introdotto da Adrien Rabiot con le sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport è molto attuale e merita di essere discusso. Questo il pensiero del centrocampista francese sulla decisione di far giocare Milan Como in Australia. "Sono rimasto sorpreso quando ho saputo che con il Milan giocheremo una partita di Serie A contro il Como… in Australia! È completamente folle. Ma si tratta di accordi economici per dare visibilità al campionato, cose che ci superano. Si parla molto dei calendari e della salute dei giocatori, ma tutto questo sembra davvero assurdo. È pazzesco fare così tanti chilometri per una partita tra due squadre italiane in Australia. Dobbiamo adattarci, come sempre".

Rabiot vagabondo

La salute dei calciatori non è messa a repentaglio da una singola partita oltreoceano

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La questioni da affrontare fondamentalmente sono due. La prima è relativa alla salute dei calciatori. Tema importantissimo ma, a mio avviso, un argomento così pregnante non può essere ricondotto ad una singola trasferta oltre oceano nel corso di nove mesi di stagione.

Ritengo, semmai, che per tutelare al meglio la salute dei calciatori, sarebbe opportuno che il mondo del calcio prendesse atto della assurdità di avere quattro pause per le nazionali nel corso della stagione (settembre, ottobre, novembre e marzo).

“Pecunia non olet”, un brocardo valido per tutti, non solo per i giocatori- immagine 3

Il calcio delle nazionali dovrebbe essere confinato ad un singolo mese/mese e mezzo stagionale (da fine maggio a inizio luglio); anche perché questi continui viaggi e conseguenti cambi nel metodo nella preparazione sono uno stress evidente per i muscoli e per la testa dei giocatori.

Il tema dell'incremento del ricavi è preminente per i club: "pecunia non olet" vale per tutti, non solo per i giocatori

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Rimane aperta l’altra questione, ossia il modo di pensare di Adrien Rabiot che è assolutamente in linea con il modo di ragionare della stragrande maggioranza dei giocatori. Quando si tratta di fare le trattative per il contratto, i giocatori chiedono cifre iperboliche e commissioni maxi. In quel momento, vale quanto disse l'imperatore Vespasiano, ovverosia "pecunia non olet".

Perché – quindi – i club non devono essere altrettanto liberi di vendere il prodotto partite e ricavare il massimo dalle stesse? La risposta al quesito risiede nell’autoreferenzialità di tanti giocatori che ragionano sempre come se tutto, a loro, sia dovuto e come se i soldi crescessero sugli alberi.

Rabiot Fonseca

Purtroppo, o per fortuna, non funziona così. E i club, tutti i club, alla fine della fiera sono costretti a far quadrare i conti perché è finita l'era del mecenatismo e perché il FPF è una realtà con cui è necessario fare i conti. Ed allora, il brocardo latino "pecunia non olet" deve valere sempre, non soltanto quando conviene ai calciatori.