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QUELLA VOGLIA, QUELLA FAME

Azzannare, uccidere, stritolare: il nuovo mantra del Milan di Allegri

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Dalla gara contro la Juventus esce fuori un Milan diverso, ancora più affamato; consapevole dei propri mezzi, perché arrabbiato per non aver vinto
Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 

Due settimane senza Milan sono lunghe e non si può che riflettere, ragionare, pensare su cosa abbia lasciato la gara contro la Juventus. Tra le mille analisi tattiche o di campo, c'è ancora qualcosa che merita un approfondimento, ovvero le parole nel post partita di Massimiliano Allegri. Il tecnico rossonero tra DAZN e la Conferenza stampa, ha parlato di come il Milan avrebbe dovuto vincere la gara. "L'avversario era in pugno e quando ce l'hai in mano serve azzannarlo, ucciderlo, stritolarlo".

Allegri sul fare gol: azzannare, uccidere, stritolare

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Fateci caso, anche solo per un attimo... Allegri avrebbe potuto utilizzare qualsiasi termine per descrivere la poca freddezza sottoporta della sua squadra, eppure con quelle tre parole ha voluto lasciare possibili messaggi sottintesi.

  • Sveglia il Milan è forte e se non si vince allo Stadium ci si deve arrabbiare.
  • Abbiamo dominato contro la Juve dopo aver vinto contro il Napoli.
  • Non prendiamo gol, neppure contro una Juve che ha sempre segnato.
  • Non sappiamo tirare.
  • Azzannare, uccidere, stritolare: il nuovo mantra del Milan di Allegri- immagine 2

    Il punto critico, i messaggi di Allegri dopo le gare del Milan: un buon presagio

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    Quattro concetti, tre elogi, ma resta sempre il messaggio di rabbia e di critica nella mente dei tifosi e forse anche nella mente di Massimiliano Allegri. 

    In quella frase, c’è già tutto ciò che dovrà diventare il Milan dopo la sosta, perché questo primo scorcio di stagione ha mostrato un percorso, una crescita continua, ma manca ancora qualcosa. Ogni partita ha lasciato un messaggio da decifrare.

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    Dai braccetti, al non essere Leao dipendenti, passando per Modric e i clean sheet

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    Si è partiti dalla costruzione dal basso, più fluida e coraggiosa, grazie al miglioramento dei due braccetti Tomori e Pavlović, oggi non solo difensori ma primi registi dell’azione. Si è trovato un Modrić che smentisce in primis i criticoni estivi e poi la sua carta d'identità, confermando, con la semplicità del suo gioco, che il talento  c'è anche a 40 anni.

    Tutto il Milan, forse, ha poi mostrato un cambiamento ancora più profondo: non si agita più. È una squadra che sa attendere, che non si lascia travolgere dagli episodi o dalle polemiche. Persino dopo le gare più tese, dove i nervi per un nulla possono saltare — come contro il Bologna — ha mantenuto una concentrazione che l’anno scorso sembrava smarrita.

    E la metamorfosi si vede anche dietro: la fase difensiva è tornata a essere un punto di forza, non più una ferita aperta. Quattro clean sheet nelle prime 6 gare di Serie A non capitava dal 2006-2007. Tutto questo vorrà pur dir qualcosa no?

    L'altra narrazione smentita: non è più un Milan prigioniero di Leão. Adesso si esalta la prestazione di un singolo, ma dopo una partita resta nella mente il lavoro di squadra. Il Milan è coralità e collettivo.  Ora però, sistemati i meccanismi, costruita un’identità e ritrovata la solidità, resta l’ultimo passo: la concretezza offensiva.

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    Il Milan segna poco e tira male

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    Perché il Milan crea tanto, ma segna troppo poco e contro la Juve, il dato degli XGOT (expected goals on target= qualità di tiro convertito in gol) fa emergere un problema: prima di saper segnare, serve saper tirare. Infatti il dato contro la Juventus ha mostrato come non solo Leao, ma tutto il Milan non abbia avuto qualità nelle conclusioni.  

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    Con la Juve, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Il giudizio finale

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    Con la Juventus il dubbio sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto resterà sempre e non può essere altrimenti dopo che anche i protagonisti, a fine partita, hanno commentato che la squadra ha perso 2 punti. Se c'è però qualcosa di positivo da portarsi a casa è quella consapevolezza di Allegri che dopo tutto il lavoro iniziato, adesso sembra mancare solo quest'ultimo step e poi il Milan sarà completo. A quel punto sì che tutti potranno ammirare un Milan con una velocità di crociera, senza che ci si imbatta in qualche iceberg