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Allegri sempre sé stesso: la presunta evoluzione alimenta certe narrazioni

mbambara
mbambara Vice direttore 
Per qualcuno si è evoluto; in realtà Allegri rimane coerente. Certe lodi servono solo ad alimentare una certo tipo di narrativa
00:58 min

Inutile pensare di analizzare Massimiliano Allegri alla luce dei risultati o dei diversi picchi di gioco. La visione del calcio da parte del tecnico livornese può facilmente essere riassunta in una dichiarazione rilasciata proprio ieri dallo stesso Allegri in risposta ad una domanda nel corso della conferenza stampa di presentazione di Milan Napoli

Il tema principale rimane sempre l'equilibrio

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Queste le parole del tecnico del Milan: Batto molto sul tasto dell’equilibrio. Il calcio è opinabile. La percezione è quella che fa cambiare la valutazione sul valore di una squadra. Spero di vincere tante partite 1-0, ma è importante che la squadra mantenga la sua fisionomia”.

In queste poche parole c’è tutta l’essenza di Massimiliano Allegri. Un allenatore che non vive di ideologismi applicati al calcio, ma fa della concretezza e del pragmatismo, due doti delle quali non vergognarsi. Allegri ragiona in maniera analitica, cercando sempre di capire come la squadra che allena può trovare, prima possibile, l’equilibrio tattico. Da lì parte tutto.

La polpetta avvelenata dell'Allegri "evoluto"...

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Qualche giornalista importante – in particolare il decano Franco Ordine – ha consigliato ad Allegri di diffidare delle troppe lodi dell’ultimo periodo, in particolare da chi lo definisce “evoluto”. Tali apprezzamenti non sarebbero sinceri secondo Ordine.

Credo, oggettivamente, che l’evoluzione di Allegri ci sia perché quasi tutti gli allenatori evolvono nella proposta di gioco. L’unico tecnico – in Serie A – che è rimasto fermo ad una proposta antica è l’allenatore della Lazio Maurizio Sarri.

Fuori da quest’eccezione, tutti i tecnici modificano qualcosa di stagione in stagione. Allegri, comunque, rimane fedele ad un concetto di fondo. L’equilibrio rimane il suo mantra. La proposta di gioco può cambiare spartito, ma tutto deve rimanere nell’alveo di un collettivo vero, con distanze curate al dettaglio e con tutti i giocatori che si sacrificano senza palla.

Il termine "evoluto" pare invece alquanto tirato per i capelli. Serve ad alimentare le narrazioni del politicamente corretto e della famosa disputa fra giochisti e risultatisti. Una contesa ormai vuota, priva di mordente argomentativo. Gli amanti del calcio se ne sono stufati. Sono percorsi narrativi ai quali proprio Allegri è sempre stato decisamente allergico. Meglio pensare al campo. Lui sì giudice supremo.

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