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Dalla prima conferenza stampa di Massimiliano Allegri nella sua seconda avventura al Milan emerge un messaggio forte e chiaro: unità. Una direzione unica tra società, staff tecnico e squadra, finalmente concreta dopo anni di speranze e promesse disattese dalla realtà.
Allegri l’ha ribadito più volte: ogni scelta, in entrata come in uscita, è stata condivisa con lui. Nessuna imposizione, nessun compromesso forzato. Un cambio di passo evidente rispetto alla passata stagione, quando Paulo Fonseca venne annunciato dopo alcuni acquisti già definiti, o quando Sergio Conceicao arrivò in rossonero trovandosi davanti una rosa non costruita su sue indicazioni per ovvi motivi temporali.
MILAN, ITALY - JULY 05: Head coach AC Milan Massimiliano Allegri looks on during AC Milan medical tests at Milanello sports center on July 05, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Ora invece è tutto diverso. La linea è una e parte da Allegri. Un tecnico esperto, misurato, che non ha mai pronunciato parole fuori posto, neppure oggi. Non ha parlato di Scudetto, non ha fatto proclami, non ha acceso facili entusiasmi. Il suo è un approccio realistico, pragmatico, coerente con ciò che il Milan vuole costruire: una squadra solida, consapevole, competitiva.
I titoli ad effetto possono aspettare: oggi, l’unica parola che conta davvero è "unione". Il Milan ha finalmente una sola voce. Nel calcio di oggi parlare tutti la stessa lingua è già mezza vittoria.
E se José Mourinho nel 2009 "non era un pirla", oggi Massimiliano Allegri non è certo uno sprovveduto.
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