Allegri e Tare avevano immaginato un Milan diverso: tra equivoci tattici e assenza di un bomber, il progetto resta incompleto fino ad ora.
Dagli albori della nuova gestione, con la nomina di Massimiliano Allegri in panchina e Igli Tare come direttore sportivo, ci si aspettava una rivoluzione ragionata al Milan. Eppure, dopo quasi tre mesi di calciomercato, al netto di ottime operazioni in uscita - su tutte Thiaw al Newcastle United per 42 milioni - le richieste dell’allenatore non sono state soddisfatte. Le aspettative sono rimaste disattese e non in misura marginale.
L'equivoco tattico del Milan di Allegri
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Nonostante i numeri in campo contino relativamente - come ama ricordare Allegri con il suo celebre “oramai nel calcio sono diventati tutti teorici” - il suo Milan avrebbe dovuto poggiarsi su un 4-3-3 equilibrato, in grado di garantire al tempo stesso copertura e spinta. La realtà, però, racconta altro: l’unico modulo oggi praticabile è il 3-5-2, dettato dalla mancanza di terzini affidabili. Estupinan convince in fase offensiva, ma fatica troppo in copertura, mentre Athekame appare ancora acerbo per un ruolo da titolare.
La soluzione scelta è stata un 3-5-2 con Saelemaekers esterno destro e lo stesso Estupinan a sinistra. Una scelta utile a equilibrare la rosa, ma che impone un sacrificio a centrocampo. Infatti per schierare Pulisic in una zona congeniale, Allegri deve rinunciare a un centrocampista o adattare l’americano da mezzala, costringendolo a compiti che non esaltano le sue caratteristiche.
Milan: l'attaccante alla Giroud ancora non c'è
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Al di là delle questioni tattiche, resta irrisolta la richiesta più pressante di Allegri a Tare. Parliamo del celebre centravanti “alla Giroud”, capace di esaltare Leao e dare profondità al progetto. Al 28 agosto, invece, il Milan si presenta con il solo Santiago Gimenez come punta pura in vista della trasferta di Lecce. Una situazione che sa di paradosso, ma che riflette l’anomalia di questo mercato estivo.
Il Milan in questo calciomercato sembra un maratoneta che affronta l’ultima curva in ritardo rispetto alle aspettative, ma con ancora energie da spendere. Quelle energie devono trasformarsi in concretezza, in colpi capaci di accendere i tifosi e restituire identità a un progetto che non può permettersi di restare incompiuto.
D’altronde, come insegna il primo principio della Termodinamica, l’energia non si distrugge: il Milan deve trasformarla in passione e vittorie.
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