Allegri domina novembre battendo Roma, Inter e Lazio, consolidando la vetta e meritando il premio di miglior allenatore della Serie A.
Massimiliano Allegri ci ha preso gusto, dopo il riconoscimento come miglior allenatore della Serie A, arriva anche la doppietta con il premio di miglior tecnico del mese di novembre. La Lega Serie A ha premiato il tecnico livornese con un bilancio di tre vittorie e un pareggio, risultati che gli hanno permesso di imporsi sugli altri diciannove allenatori del massimo campionato italiano.
A prima vista, tre vittorie e un pareggio potrebbero sembrare un bottino ordinario. In realtà non lo sono affatto, visto che i successi sono arrivati contro Roma, Inter nel derby e Lazio, mentre l'unico passo falso è stato un pareggio inatteso contro un Pisa meno attrezzato, ma estremamente combattivo. Risultati che hanno avuto un peso specifico enorme e che hanno permesso al Milan di conservare il primo posto in classifica, a pari merito con il Napoli.
Basta togliere anche solo due di queste tre vittorie per capire quanto sarebbe cambiata la classifica e quanto diverso sarebbe oggi il racconto della stagione rossonera. È proprio qui che si misura il valore del premio: non nei numeri grezzi, ma nel contesto e nella difficoltà delle partite affrontate.
Allegri, però, non è un allenatore che vive per i riconoscimenti individuali. Li apprezza, inevitabilmente, ma li considera secondari rispetto a ciò che accade sul campo. Per lui conta molto di più una vittoria in più in classifica che un premio in meno in bacheca. Ed è una mentalità che si riflette chiaramente nel modo in cui gestisce squadra, la comunicazione e le aspettative conseguenti.
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Il trofeo che tutti vogliono e che nessuno nomina
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La speranza di Massimiliano Allegri e di tutto l'ambiente Milan, società, squadra, staff e tifosi, è che a fine stagione si possa celebrare un traguardo collettivo, capace di dare un senso pieno a questo percorso. Lo Scudetto passa anche da mesi come novembre, ma non può prescindere da una continuità da mantenere lungo tutto l'arco della stagione.
Allegri lo sa bene. Nel suo vocabolario calcistico non esistono fughe in avanti o proclami: conta arrivare davanti al momento giusto. Come nell'ippica, sport che conosce alla perfezione, non serve dominare la corsa dall'inizio alla fine. Basta avere il musetto davanti quando si taglia il traguardo.