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Allegri a Milanello: non è un ritorno, è un arrivo

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Dopo molte, inevitabili, ricostruzioni storiche, la presa d'atto. Undici anni dopo, in un Milan del 2025 e non del 2010, in un'altra epoca calcistica, quello di Massimiliano Allegri non può essere considerato un ritorno. Ma un arrivo vero e proprio.
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Quando ieri è entrato a bordo dell'auto aziendale a Milanello, Allegri sembrava non essere mai andato via. Ha subito raggiunto il suo staff e ripreso possesso della stanza numero 5, quella che in passato ha già occupato come altri grandi tecnici. La sua voglia di campo è grande e non si è perso un secondo dei test.

Massimo Ambrosini promuove la scelta di Furlani e Tare

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“Alla luce di ciò che è successo la scorsa stagione, la trovo giustissima. Nessuna scelta ti dà la certezza di vincere o di ottenere risultati, ma Max. darà senso di responsabilità alla squadra. Gli auguro di avere lo stesso impatto che ebbe con noi nel 2010”.

Allegri è tornato a Milanello

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C'era già stato qualche giorno a giugno per iniziare a programmare i lavori, a distanza di undici anni dall'ultima volta, quando fu esonerato nel gennaio 2014. Oggi i test toccheranno a Pulisic, Tomori e Musah; mentre arrivano domani sera Maignan, Leao, Saelemaekers e Pavlovic.

Allegri si è ripresentato carico, per certi aspetti duro. Ha avallato la cessione di Theo (deve ancora firmare per l'Al-Hilal, per ora non si unirà al gruppo), ha chiesto e ottenuto di ripartire da Maignan e Leao. Max sa gestire i fuoriclasse: ha chiamato Mike, lo ha fatto sentire importante. L'impronta sul nuovo Milan è già forte.